venerdì 22 marzo 2024

CITTA' DI CASTELLO. POLPETTE AVVELENATE UCCIDONO UN GATTO

 Rabbia, senso d’impotenza, profonda tristezza. «Mi hanno svegliata i vicini che avvisavano mia madre che il mio gatto era davanti alla porta senza vita. Ho chiamato subito mio padre che era al lavoro e appena è arrivato vedendolo ho capito che era stato avvelenato, mia madre gli diceva di non toccarlo piangendo e io sono rimasta immobile. E’ stata la prima volta che mi succedeva una cosa del genere, una scena che non dimenticherò mai. Io non ho avuto il coraggio di guardarlo fino a che mio padre non l’ha avvolto con la sua giacca per portarlo via di lì». Zona dei Pesci d’Oro, via Umberto Giordano, luogo scelto da molti per portare il cane al guinzaglio. Anna (la chiamiamo così per non renderla identificabile dal nome di battesimo, assolutamente particolare) urla attraverso il profilo social, come farebbe un qualunque coetaneo della “Generazione Z”, lo strazio per aver trovato sotto le finestre di casa il micio ucciso. Ennesima vittima di polpette letali. «Chiedo a quelle poche anime buone se ancora ne esistono di aiutarmi a capire chi è stato, perlomeno agli abitanti del quartiere. Perché non è l’unico caso. Da sette anni che abito qui ne vedo almeno uno o due al mese di gatti morti. E mesi fa abbiamo salvato quello dei vicini sempre da avvelenamento», rivela alimentando una casistica che in tempi diversi ha riguardato altri punti di Città di Castello. In via della Futa, tanto per citare un precedente, la Polizia Locale aveva affisso cartelli che invitavano all’attenzione i padroni di animali a passeggio. «Togliete le emozioni, l’empatia e la gentilezza ai giovani», il j’accuse di Anna all’indirizzo di chi, vigliaccamente, le ha ammazzato l’amico peloso a quattro zampe. J’accuse rilanciato dai volontari della Guardia Nazionale Ambientale.