lunedì 9 maggio 2022

IL BRACCONIERE PLURIDENUNCIATO NON E' DI CAPOVALLE. PRECISAZIONE DEL SINDACO

 «Quel bracconiere pluricondannato non è un cittadino di Capovalle e l’Amministrazione comunale ha fatto tutto quanto in suo potere perché sistemasse gli abusi edilizi che ha commesso». Una presa di distanza e una precisazione alle quali il sindaco di Capovalle, Natalino Grandi, tiene particolarmente; arriva dopo la pubblicazione, da parte di Bresciaoggi, dell’ennesimo servizio dedicato alle disavventure anche giudiziarie di un notissimo uccellatore seriale il quale in realtà, come il nostro giornale ha sempre specificato, agiva sì sul territorio di Capovalle, ma era ed è residente a Roè Volciano. Il sindaco prosegue affermando che «con grande frequenza il ruolo del nostro Comune viene stigmatizzato per le azioni di questa persona che, qui sul monte Manos, fruisce di una proprietà che non è neppure intestata a lui, nella quale nel passato aveva organizzato ripetute sagre di spiedi illegali e messe dedicate alla “Madonna del buon bracconiere”». Il valsabbino in questione, colpito da infinite denunce e persino da un arresto, nei giorni scorsi è tornato sulla ribalta dopo aver incassato un’altra condanna definitiva per uccellagione confermata dopo il rigetto di un suo ricorso alla Corte di cassazione. Ancora una volta, nei commenti della vicenda di alcuni quotidiani (non il nostro) e dei social, il bracconiere è stato spacciato erroneamente per un cittadino di Capovalle, mentre da queste parti è stato solo sorpreso più e più volte mentre piazzava reti da uccellagione e catturava selvaggina protetta. «Vorremmo che non accadesse più - si augura Grandi -. Non è un nostro concittadino e non vogliamo che la nostra comunità venga identificata erroneamente con persone che non hanno nulla a che fare con essa». Questo uccellatore, ancora al centro di procedimenti penali per la sua brillante attività di saccheggio dell’avifauna, era stato anche colpito da un provvedimento che gli ha vietato a lungo l’ingresso sul territorio di Capovalle. Chiarito questo punto, il primo cittadino intende rispondere alla Lac, che nei giorni scorsi ha risollevato il tema, su un’altra questione: «La Lega per l’abolizione della caccia ha dichiarato alla stampa che avrebbe più volte chiesto al Comune di demolire il roccolo abusivo utilizzato dall’uccellatore in trasferta sul monte Manos - ricorda Grandi - e che noi non avremmo mai seguito questa indicazione. Vogliamo precisare che nei mesi scorsi, con i carabinieri forestali abbiamo eseguito più di un sopralluogo, e che dopo aver evidenziato alcuni abusi, la persona in questione è stata pesantemente sanzionata, per migliaia di euro, e raggiunta da un’ordinanza di demolizione di alcune strutture effettivamente non autorizzate». «La sanzione è stata pagata - conclude il sindaco - e le parti abusive sono state demolite, ma noi non possiamo distruggere il roccolo, che è lì da molto prima che il signore in questione ne acquisisse la disponibilità. Quello che vogliamo sottolineare è che non condividiamo certi comportamenti e che non siamo minimamente conniventi. Quello che era di nostra competenza è stato fatto».