martedì 21 giugno 2016

ESTATE A RISCHIO ABBANDONO 200MILA CANI


Roma (21 giugno 2016) - Sono oltre duecentomila i cani che questa estate sono a rischio abbandono, molti di piu rispetto agli scorsi anni. Questi andrebbero ad aggiungersi ai circa 700.000 cani randagi presenti sul territorio nazionale (concentrati prevalentemente nelle regioni meridionali e in Sicilia e Sardegna) ed ai quasi 200.000 cani attualmente detenuti nei canili e nei rifugi pubblici e privati in Italia. Le motivazioni di questo possibile aumento di abbandoni specialmente nei mesi di luglio e agosto sono riconosciute un po da sempre e da tutte le associazioni e corrispondono alla leggerezza con cui si sono acquistati cani di razza o si sono presi cuccioli specialmente in occasione del compleanno o del Natale senza rendersi conto che la gestione di un cane non è affatto semplice, e quindi ci si sbarazza alla vigilia delle vacanze di questi animali, altri cani abbandonati (per fortuna non per strada in questi casi ma spesso portati direttamente in canile) da parte di persone che non possono più mantenerle o di proprietà di persone anziane che loro malgrado sono costrette a separarsi dai loro cani in quanto spesso costrette a finire i loro giorni in casa di riposo. Ma la vera novità negativa di questa estate (che ha visto affievolirsi anche le campagne delle associazione contro l'abbandono e anche quelle pubbliche che in passato erano gia in piena azione) è che il fenomeno degli abbandoni oltre che nel sud e nelle altre regioni dove purtroppo il randagismo è una piaga endemica potrebbe tornare a fare capolino anche in regioni in cui il randagismo negli ultimi anni è ridotto ai minimi termini come Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta, Veneto e Trentino Alto Adige per restare al nord Italia. "I segnali sui cani entrati in canile negli ultimi mesi non sono incoraggianti- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- ovviamente ci auguriamo che si tratti solo di una sensazione ma il rischio è dietro l'angolo, la crisi economica certo non aiuta ma la cosa più grave è che quest'anno sono a rischio anche le cosi dette razze di piccola taglia e credo che su questo rischio non ci sia da chiudere gli occhi ma di lavorare tutti assieme sul territorio sia per la prevenzione e per il recupero. Come si risolve il problema del randagismo? Con un piano nazionale di sterilizzazione che veda impegnata insieme la veterinaria pubblica, privata e quella militare".