sabato 9 marzo 2013

PICCHIANO IL CANE PER MALTRATTARE LA MOGLIE

Roma (9 marzo 2013) La minaccia di non far vedere più il cane, o di portarsi via il gatto di casa, o di non permettere più di vedere il coniglio di casa scatta nel momento in cui uno dei due componenti della coppia decide di separarsi, divorziare o semplicemente andarsene e molto spesso a usare questi mezzi di ricatto sono gli uomini nei confronti delle donne, e non raramente oltre a questi ricatti le vicende nascondono anche veri e propri maltrattamenti di cui è vittima sempre la parte più debole tra le mura domestiche o azioni di stalking con l'animale usato per tentare di costringere la controparte a reincontrare l'ex coniuge o compagno con la scusa di poter vedere il cane. Questo è quanto emerge dall'analisi dei dati sulle richieste di consulenza e sulle segnalazioni di maltrattamento di animali presso le mura domestiche arrivate nel triennio 2010-2012 allo sportello tribunaleanimali@libero.it o al telefono amico di AIDAA. Complessivamente le richieste di aiuto che rientrano in questa categoria sono state 398 nel corso dei tre anni e di queste a denunciare l'uso del cane come mezzo di ricatto sono state in ben 344 casi le donne, mentre solamente 54 gli uomini che dichiaravano di essere stati privati del diritto di vedere gli animali di famiglia da parte della partner. 213 le coppie in fase di separazione o divorzio e 186 le coppie di fatto che si separavano. Quasi sempre la situazione ricalca un clichet simile. La persona che si rivolge ad AIDAA per chiedere consulenza è colei che ha deciso di rompere il rapporto ed il marito o compagno (che spesso furbescamente si sono intestati il cane di casa) minaccia di non fare vedere più il cane se non in sua presenza. Andando a fondo a queste storie si scopre che in oltre il 90% dei casi dietro la minaccia di non far vedere più il cane o il gatto di casa si nasconde un vero e proprio ricatto nei confronti della controparte che nella stessa misura percentuale risulta essere la donna. Ma il dato peggiore riguarda il fatto che in 178 casi sulle 344 richieste arrivate da donne a cui il marito vieta di vedere il cane di casa questo ricatto è accompagnato da maltrattamenti o botte subite tra le mura domestiche che hanno obbligato la donna ad allontanarsi dal tetto coniugale dopo aver denunciato il marito per percosse o violenze. In altri 54 casi abbiamo invece avuto informazioni in merito al fatto che l'animale di casa (spesso il cane) viene usato come mezzo di pressione (stalking) per rivedere la controparte dopo la rottura dei rapporti. Solo in un caso abbiamo avuto la segnalazione di un uomo che era fuggito di casa perchè minacciato di botte dalla moglie che si era tenuta anche il pitbull di casa. "L'uso degli animali come mezzo di pressione e ricatto è purtroppo un fatto notorio- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- in tutti questi casi noi ci limitiamo ovviamente ad occuparci della vicenda legata alla gestione dell'animale di casa tenendo conto di quelle che sono le leggi vigenti in materia di diritti e tutela degli animali, ma sempre a fronte di un disagio di altra natura invitiamo la persona che si rivolge a noi a denunciare chi usa l'animale per fare pressioni indebite, oppure a denunciare situazioni di maltrattamento personale dove la proibizione di vedere il cane di casa diventa parte integrante di un maltrattamento psicologico che spesso è accompagnato da maltrattamento fisico nei confronti della donna, fatto questo che non dobbiamo assolutamente sottovalutare. Il fatto che spesso al maltrattamento sugli animali ed al divieto di far vedere micio o fido alla ex moglie o compagna si accompagna ad altri gesti criminosi spesso gravissimi- conclude Croce- ci deve mettere in allarme. Noi ogni volta che veniamo a conoscenza di situazioni che superano il limite di tolleranza segnaliamo la situazione direttamente alle autorità competenti proprio perchè riteniamo inammissibile l'uso degli animali come mezzo di ricatto familiare, ma sopratutto perchè riteniamo che chi compie violenze fisiche o psicologiche sul proprio ex coniuge o la ex compagna meriti la galera e per questo non abbiamo remore nel denunciare cosa che chiediamo di fare a tutti coloro che sono vittime di queste situazioni infami per loro, i loro figli ed i pelosi di casa".