CINGHIALI RADIOATTIVI:
AIDAA CHIEDE CHIAREZZA
Vercelli
(8 marzo 2013) – L'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente
– AIDAA si unisce all'appello della Coldiretti e delle altre
associazioni ed organizzazioni politiche chiedendo che in tempi brevi
si faccia chiarezza sulla presenza di Isotopo Radioattivo Cesio 137
nelle analisi di 27 campioni provenienti da cinghiali cacciati ed
uccisi in Valsesia. Ieri il Ministero della Salute ha emesso una nota
dove dichiarava che in 27 campioni provenienti da cinghiali abbattuti
nel territorio della Valsesia (Vercelli, Piemonte) durante l’ultima
stagione di caccia (ora conclusasi) era stato rinvenuto l’isotopo
radioattivo Cesio 137 in concentrazioni superiori alle soglie
stabilite dai regolamenti Europei. I controlli sui campioni (lingua e
diaframma) erano stati effettuati per testare la presenza di
trichinellosi, una infezione da nematodi tipica dei suini. In seguito
i laboratori specializzati del Centro
di Referenza Nazionale per la Ricerca della Radioattività nel
Settore Zootecnico Veterinario dell’IZS di Puglia hanno
confermato la presenza di elevate concentrazioni di Cesio 137 oltre,
la soglia di 600 bq/Kg per 9 campioni su 10 (il decimo è intorno a
500 bq/Kg) e in queste ore i rimanenti 17 campioni sono sotto analisi
del Centro
di Referenza nazionale di Foggia.
Vista la situazione il Ministro della Salute Renato
Balduzzi ha attivato i Carabinieri del NAS
e del NOE,
e stamattina si è svolta la prima riunione presso l’Istituto
Zooprofilattico di Torino con il Ministero collegato in
videoconferenza.
La domanda è una sola: da dove viene il
radionuclide?
L’ARPA smentisce
l’ipotesi che la fonte possa essere la vicina centrale
nucleare di Trino in disuso dal 1987, ma assieme al
Ministero ricorda che il Cesio 137 potrebbe essere un’altra eredità
degli anni ’80, ovvero l’incidente di Chernobyl
del 1986. Questo isotopo è infatti tra i principali che si sono
liberati nell’atmosfera e che sono stati trasportati sull’Europa
dai venti. Ma come è possibile che a distanza di quasi 26 anni,
vicina quindi al tempo di dimezzamento (30 anni) questi animali siano
riusciti a contaminarsi così pesantemente? Come ben sanno i
conservazionisti, i disastri ambientali possono avere portate
decennali per via del fenomeno della biomagnificazione:
il Cesio 137 entra rapidamente nelle reti trofiche dopo essere stato
assorbito dal terreno da piante e funghi. Non occorre guardarsi
troppo indietro per trovare casi analoghi: lo stesso isotopo è stato
rilasciato in notevoli quantità (anche se non paragonabili a
Chernobyl) anche durante l’incidente alla centrale nucleare di
Fukushima, e neanche due anni dopo si trovava, assieme al Cesio 134,
in alcune
popolazioni di tonni pinna blu in livelli 10 volte superiore al
normale.
AIDAA chiede che si faccia chiarezza sulla
provenienza del cesio 137 in tempi rapidi e che si verifichi se ci
sono responsabilità da parte dell'uomo in quanto accaduto e quali
sono i rischi per la salute umana e degli stessi animali che
potrebbero risultare infettati.