sabato 26 novembre 2011

LETTERA APERTA A MARIO MONTI: TUTELI I NOSTRI AMICI ANIMALI


LETTERA APERTA AL SIGNOR PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Gentile dottor Monti,

Lei la prossima settimana presenterà una manovra correttiva che i media sostengono essere di circa 15 miliardi di Euro, sempre dalle voci che girano sulla stampa nazionale ed internazionale in questi giorni si dice che la manovra conterrà di fatto una piccola tassa patrimoniale, una nuova tassazione sulla casa ed anche l’aumento dell’Iva.
Lei dottor Monti,
nella sua relazione di presentazione del programma di governo ha anche annunciato un pesante taglio delle spese dirette della Presidenza del Consiglio, fondo dal quale negli ultimi anni sono arrivati anche i circa 3 milioni di euro che il governo precedente dedicava annualmente alle campagne di sterilizzazione per la prevenzione del randagismo felino e canino, attraverso la distribuzione dei fondi a copertura dei programmi regionali.
Queste normative si accompagnerebbero ad una politica di defiscalizzazione in alcuni campi.
Noi come ASSOCIAZIONE ITALIANA DIFESA ANIMALI ED AMBIENTE – AIDAA vogliamo farle presente la nostra preoccupazione in merito al contenuto della manovra per quanto attiene le politiche di tutela degli animali ed i finanziamenti che necessitano al mantenimento di queste politiche in quanto un incremento anche solo a livello di imposizione fiscale indiretta sui prodotti per  gli animali domestici (per non parlare di eventuali ritocchi in su dell’Iva per le prestazioni veterinarie) metterebbero in grave difficoltà sia le famiglie che possiedono animali domestici (in Italia sono 7 milioni) sia le migliaia di volontari che quotidianamente si prendono cura dei nostri amici a quattro zampe salvandone tantissimi dalla strada e ottemperando spesso con sacrificio personale e dedizione impagabile alle funzioni che sarebbero in realtà proprie dei comuni in base a quanto contenuto nella legge 281/91 in materia di lotta al randagismo.
Vorremmo inoltre farle presente che un’ulteriore inasprimento anche solo a livello fiscale indiretto favorirebbe senza dubbio il proliferare ulteriore della piaga dell’abbandono degli animali. Piaga che si sta lentamente ma fortunatamente in maniera costante riducendo ma che rimane gravissima specialmente nelle regioni del Sud dove ancora oggi si contano circa 1 milione di cani randagi allo stato brado.
Da qui il nostro accorato appello affinché nella sua manovra tenga conto di quanto le abbiamo brevemente esposto, e che in virtù di questi contenuti, possano arrivare decisioni che vanno in senso diametralmente opposto a quelle che i più temono.
Noi siamo a chiederle una politica di defiscalizzazione per le spese veterinarie (ritorno all’iva al 10%), una politica di apertura del mercato ai farmaci veterinari generici che permetterebbe un abbattimento di quasi il 50% dei costi su ogni singolo farmaco, una politica di incentivazione anche a livello comunitario della lotta al randagismo attraverso un piano di sterilizzazioni che goda di un finanziamento di almeno 5 milioni di euro l’anno.
Siamo inoltre a chiederle interventi di riduzione della pressione fiscale anche sui prodotti alimentari e sui generi necessari alla vita dei nostri animali domestici, e da ultimo siamo a chiederle anche la immediata corresponsione del 5 per mille alle molte associazioni di volontariato animalista, che con quei soldi potrebbero darsi una boccata d’ossigeno almeno per quanto riguarda il mantenimento quotidiano delle migliaia di cani che vivono nei canili pubblici e privati gestiti direttamente dalle molte associazioni animaliste.
A tutto questo però a nostro avviso deve anche corrispondere una politica di rigore, fatta attraverso l’applicazione ferrea delle normative di tutela degli animali ed in particolare nel contrastare anche attraverso forti sanzioni pecuniarie (oltre che attraverso l’applicazione della misura detentiva) il maltrattamento e l’abbandono degli animali, fenomeno ancora diffuso su tutto il territorio nazionale.
Cosi come si deve dare un colpo di scure, alle consulenze d’oro ed al finanziamento di programmi che spesso risultano essere non indispensabili per la reale tutela degli animali in una fase di crisi come quella che stiamo attraversando attualmente.
Siamo certi, e le forniremo a parte le tabelle, che con queste semplici applicazioni lo Stato potrebbe incamerare dai 25 ai 40 milioni di euro l’anno, senza gravare ne in maniera diretta ne indiretta sulle tasche dei contribuenti possessori di animali.
Siamo anche a chederle di rendere pubblici gli elenchi dei consulenti del settore tutela animali del governo, i loro compensi e la loro mansione, cosi come siamo a chiederle per un atto di trasparenza di conoscere quanti e quali programmi e progetti gestiti direttamente dalle associazioni animaliste sono finanziati con fondi pubblici e a quanto ammontano questi finanziamenti.
In un momento in cui occorre fare una politica dei tagli e di risparmio riteniamo utile che per prima cosa vengano sospesi quei finanziamenti a progetti che non hanno valenza scientifica comprovata o che non abbiano diretto interesse sul benessere degli animali ai vari livelli, chiediamo anche che vengano tagliate le consulenze che spesso sono date non solo sulla competenza del consulente, ma anche per appartenza alle diverse associazioni o realtà che si spartiscono da troppi anni il bottino dei denari pubblici facendo arrivare solo le briciole a chi gestisce realmente gli animali nel quotidiano o a chi a vario livello si occupa in maniera seria e concreta della loro tutela.
Questo appello lo rivolgiamo anche alle amministrazioni regionali e locali.
AIDAA non ha mai ricevuto, ne ha intenzione di ricevere alcun tipo di finanziamento pubblico, e quindi possiamo parlare senza ipocrisia, siamo certi che dal taglio ai vari livelli delle consulenze inutili arriverebbero risparmi sufficienti a garantire un importante programma di sterilizzazione e di sostegno alla lotta al randagismo con la redistribuzione di questi fondi che a nostro avviso ammontano a diversi milioni di euro, alle associazioni di volontariato che realmente sul territorio si occupano di salvare gli animali domestici, ma anche i cavalli ed i volatili e di dare loro assistenza e tutela secondo quelli che sono i dettami della legge vigente in Italia in materia di tutela degli animali, ma anche nel rispetto delle normative europee e della carta dei diritti degli animali dell’Onu.
Certi che nelle sue prossime decisioni terrà in considerazione quanto da noi espresso la salutiamo cordialmente.

Lorenzo CROCE
Presidente nazionale AIDAA