LETTERA APERTA AL SIGNOR
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Gentile dottor Monti,
Lei la prossima settimana
presenterà una manovra correttiva che i media sostengono essere di circa 15
miliardi di Euro, sempre dalle voci che girano sulla stampa nazionale ed internazionale
in questi giorni si dice che la manovra conterrà di fatto una piccola tassa
patrimoniale, una nuova tassazione sulla casa ed anche l’aumento dell’Iva.
Lei dottor Monti,
nella sua relazione di
presentazione del programma di governo ha anche annunciato un pesante taglio
delle spese dirette della Presidenza del Consiglio, fondo dal quale negli
ultimi anni sono arrivati anche i circa 3 milioni di euro che il governo
precedente dedicava annualmente alle campagne di sterilizzazione per la
prevenzione del randagismo felino e canino, attraverso la distribuzione dei
fondi a copertura dei programmi regionali.
Queste normative si
accompagnerebbero ad una politica di defiscalizzazione in alcuni campi.
Noi
come ASSOCIAZIONE ITALIANA DIFESA ANIMALI ED AMBIENTE – AIDAA vogliamo farle
presente la nostra preoccupazione in merito al contenuto della manovra per
quanto attiene le politiche di tutela degli animali ed i finanziamenti che
necessitano al mantenimento di queste politiche in quanto un incremento anche
solo a livello di imposizione fiscale indiretta sui prodotti per gli animali domestici (per non parlare di
eventuali ritocchi in su dell’Iva per le prestazioni veterinarie) metterebbero
in grave difficoltà sia le famiglie che possiedono animali domestici (in Italia
sono 7 milioni) sia le migliaia di volontari che quotidianamente si prendono
cura dei nostri amici a quattro zampe salvandone tantissimi dalla strada e
ottemperando spesso con sacrificio personale e dedizione impagabile alle
funzioni che sarebbero in realtà proprie dei comuni in base a quanto contenuto
nella legge 281/91 in materia di lotta al randagismo.
Vorremmo
inoltre farle presente che un’ulteriore inasprimento anche solo a livello
fiscale indiretto favorirebbe senza dubbio il proliferare ulteriore della piaga
dell’abbandono degli animali. Piaga che si sta lentamente ma fortunatamente in
maniera costante riducendo ma che rimane gravissima specialmente nelle regioni
del Sud dove ancora oggi si contano circa 1 milione di cani randagi allo stato brado.
Da qui
il nostro accorato appello affinché nella sua manovra tenga conto di quanto le
abbiamo brevemente esposto, e che in virtù di questi contenuti, possano
arrivare decisioni che vanno in senso diametralmente opposto a quelle che i più
temono.
Noi siamo
a chiederle una politica di defiscalizzazione per le spese veterinarie (ritorno
all’iva al 10%), una politica di apertura del mercato ai farmaci veterinari
generici che permetterebbe un abbattimento di quasi il 50% dei costi su ogni
singolo farmaco, una politica di incentivazione anche a livello comunitario
della lotta al randagismo attraverso un piano di sterilizzazioni che goda di un
finanziamento di almeno 5 milioni di euro l’anno.
Siamo
inoltre a chiederle interventi di riduzione della pressione fiscale anche sui
prodotti alimentari e sui generi necessari alla vita dei nostri animali
domestici, e da ultimo siamo a chiederle anche la immediata corresponsione del
5 per mille alle molte associazioni di volontariato animalista, che con quei
soldi potrebbero darsi una boccata d’ossigeno almeno per quanto riguarda il
mantenimento quotidiano delle migliaia di cani che vivono nei canili pubblici e
privati gestiti direttamente dalle molte associazioni animaliste.
A
tutto questo però a nostro avviso deve anche corrispondere una politica di
rigore, fatta attraverso l’applicazione ferrea delle normative di tutela degli
animali ed in particolare nel contrastare anche attraverso forti sanzioni
pecuniarie (oltre che attraverso l’applicazione della misura detentiva) il
maltrattamento e l’abbandono degli animali, fenomeno ancora diffuso su tutto il
territorio nazionale.
Cosi
come si deve dare un colpo di scure, alle consulenze d’oro ed al finanziamento
di programmi che spesso risultano essere non indispensabili per la reale tutela
degli animali in una fase di crisi come quella che stiamo attraversando
attualmente.
Siamo
certi, e le forniremo a parte le tabelle, che con queste semplici applicazioni
lo Stato potrebbe incamerare dai 25 ai 40 milioni di euro l’anno, senza gravare
ne in maniera diretta ne indiretta sulle tasche dei contribuenti possessori di
animali.
Siamo
anche a chederle di rendere pubblici gli elenchi dei consulenti del settore
tutela animali del governo, i loro compensi e la loro mansione, cosi come siamo
a chiederle per un atto di trasparenza di conoscere quanti e quali programmi e
progetti gestiti direttamente dalle associazioni animaliste sono finanziati con
fondi pubblici e a quanto ammontano questi finanziamenti.
In un
momento in cui occorre fare una politica dei tagli e di risparmio riteniamo
utile che per prima cosa vengano sospesi quei finanziamenti a progetti che non
hanno valenza scientifica comprovata o che non abbiano diretto interesse sul
benessere degli animali ai vari livelli, chiediamo anche che vengano tagliate
le consulenze che spesso sono date non solo sulla competenza del consulente, ma
anche per appartenza alle diverse associazioni o realtà che si spartiscono da
troppi anni il bottino dei denari pubblici facendo arrivare solo le briciole a
chi gestisce realmente gli animali nel quotidiano o a chi a vario livello si
occupa in maniera seria e concreta della loro tutela.
Questo
appello lo rivolgiamo anche alle amministrazioni regionali e locali.
AIDAA
non ha mai ricevuto, ne ha intenzione di ricevere alcun tipo di finanziamento
pubblico, e quindi possiamo parlare senza ipocrisia, siamo certi che dal taglio
ai vari livelli delle consulenze inutili arriverebbero risparmi sufficienti a
garantire un importante programma di sterilizzazione e di sostegno alla lotta
al randagismo con la redistribuzione di questi fondi che a nostro avviso
ammontano a diversi milioni di euro, alle associazioni di volontariato che
realmente sul territorio si occupano di salvare gli animali domestici, ma anche
i cavalli ed i volatili e di dare loro assistenza e tutela secondo quelli che
sono i dettami della legge vigente in Italia in materia di tutela degli
animali, ma anche nel rispetto delle normative europee e della carta dei
diritti degli animali dell’Onu.
Certi
che nelle sue prossime decisioni terrà in considerazione quanto da noi espresso
la salutiamo cordialmente.
Lorenzo
CROCE
Presidente
nazionale AIDAA