Ravenna, 4 aprile 2019 - Dalla botte sparava a selvaggina protetta, con un’arma proibita e in periodo di caccia chiusa. Inoltre, lo faceva in pieno giorno e con la pineta molto frequentata per le iniziative legate a San Giuseppe. Sembra incredibile, ma è vero. E’ accaduto domenica 24 marzo verso le 17.30 nella pialassa Baiona. In uno degli appostamenti fissi in acqua c’è un cacciatore (di frodo) all’opera. I colpi vengono uditi nettamente dai frequentatori della pineta di Marina Romea. Passi un colpo, ma già al secondo scatta il sospetto. Prima vengono chiamate le guardie pinetali, che a loro volta sentono nettamente uno gli spari e scatta quindi la segnalazione ai carabinieri forestali di Casal Borsetti. Non è difficile individuare il punto da cui provengono i colpi. Così i carabinieri hanno modo di appostarsi vicino all’argine della pialassa in attesa che il bracconiere torni a terra. A quel punto i carabinieri si qualificano e scatta il sequestro di una carabina calibro 22 e di cinque anatidi. Ma c’è il fondato sospetto che la stessa carabina abbia ucciso anche un cigno, specie protetta.
I reati da codice penale sono diversi: il più grave è senza dubbio l’utilizzo della carabina calibro 22, sottoposta a regole molto rigide. Per trasportare l’arma in auto occorrono autorizzazioni specifiche e si può utilizzare genalmente in poligono. Poi la pratica della caccia a fine marzo, quando il calendario venatorio si ferma al 31 gennaio.
Infine il cigno, specie protetta che genera un reato nel momento in cui viene abbattuta. Altra circostanza incredibile per un bracconiere è quella dell’orario di questa ’battuta’ in valle: le 17,30 di una domenica di bel tempo e piena luce. Di solito i bracconieri agiscono di notte per avere maggiori possibilità di fuga grazie all’oscurità. Sicuramente è una delle operazioni anti-bracconaggio più sui generis tra tutte quelle compiute da carabinieri forestali e guardie provinciali nella pialassa, dove sono frequenti le incursioni dei pescatori di frodo a caccia di vongole veraci.