Dissezionare un pollo alla scuola dell’infanzia per mostrarne l’anatomia ai bambini. Questa era l’idea degli insegnanti e del dirigente di un istituto parificato di San Cesario sul Panaro, in provincia di Modena. Fortunatamente uno dei genitori si è mobilitato e ha chiesto la nostra collaborazione, mettendo a disposizione la sua competenza legale come avvocato. Così, avvalendosi anche dell’intervento di una psicologa e psicoterapeuta che ha rilasciato un suo parere contrario a questo tipo di esercitazione, il genitore-avvocato ha scritto alla scuola sostenendo di essere “alquanto basito per la crudeltà dell’atto, l’inutilità dell’esperimento e, cosa più grave, per gli effetti socio-psicopedagogici negativi che detto evento può avere sui minori che vi dovessero assistere”.
In base alla lettera dell’avvocato si apprende che intenzione degli insegnanti sarebbe stata “far vedere ai bambini un animale vivo per poi dissezionarne uno morto, al fine di mostrare le interiora ai fanciulli”.
Al di là dei molteplici risvolti legali, il genitore ha citato, come nostro suggerimento, la nota del Ministero della Pubblica Istruzione n. 2219/P4 del 29.04.2008 che sancisce il “divieto di uso di animali e obbligo di utilizzo di metodi alternativi”. Nella nota, inoltre, il Ministero segnala la “possibilità di accedere a supporti didattici alternativi all’impiego di animali o parti di animali per l’insegnamento delle discipline scientifiche”. Ciò in quanto l’uso di animali o parti di essi ha “ricadute negative anche in termini pedagogici”.
Nella sua risposta il dirigente della scuola, pur senza biasimare il corpo docente, si è tuttavia dichiarato “dispiaciuto” e ha comunicato la sua decisione di “accantonare la proposta".