martedì 30 aprile 2019

PARTE ANCHE DALL'ITALIA IL TRAFFICO D'ARMI DESTINATE AI BRACCONIERI AFRICANI



Negli ultimi dieci anni sono stati uccisi 8 mila rinoceronti sudafricani, quasi due ogni giorno. Se il bracconaggio continuasse a questo ritmo, questi animali si estinguerebbero entro un decennio. Ora, una nuova relazione del Conflict Awareness Project rivela che una rete internazionale di trafficanti d'armi da fuoco sta alimentando il bracconaggio di rinoceronti «a livello industriale» in Mozambico e in Sudafrica. Un racket che sta costando la vita a migliaia di esemplari, fomentato da una vasta «rete di corruzione dei funzionari mozambicani ma anche dei magistrati del Sudafrica, che spesso lasciano impuniti i bracconieri e gli intermediari».  

Accuse pesanti per una «inchiesta durata quattro anni», basata sulla metodologia del "follow the guns", ovvero «seguendo il movimento delle armi da fuoco dal luogo di produzione sino alla scena del crimine», che ha mappato una vera e propria «organizzazione internazionale che porta i fucili da caccia di alto calibro e tecnologia avanzata direttamente nelle mani dei bracconieri». Agendo come un'impresa criminale, il «Rhino Rifle Syndicate ha operato in cinque Paesi e in tre continenti», ordendo «una cospirazione mondiale per equipaggiare squadre di bracconaggio con fucili fabbricati in Repubblica Ceca destinati al mercato americano». Gli stessi fucili con cui è stato devastato il Parco Nazionale Kruger, dove viveva la più grande concentrazione di rinoceronti al mondo.