lunedì 15 gennaio 2024

SE GROSSO IL CANE NON SALE IN TAXI.

 ATorino i taxi non sono per tutti. È quanto denuncia Annagrazia Larato, una donna di Trani, in Puglia, che il 2 gennaio è stata costretta a percorrere di notte insieme alla figlia quasi tre chilometri a piedi e con i bagagli perché nessun autista ha deciso di accettare la loro corsa. Il motivo? Con loro c'era un cane. 

La storia

È il 2 gennaio e sono circa le 22 quando dopo dodici ore di viaggio in treno Annagrazia Larato e sua figlia arriva finalmente alla stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova. Sono esauste e non vedono l'ora di essere a casa. Una formalità immaginano visto che non devono fare altro che raggiungere la postazione dei taxi e prendere il primo disponibile. 

Si mettono in fila lei, la figlia e Bach, un siberian husky di 12 anni al guinzaglio. I taxi partono, ma tutti passano oltre le due donne e il cane. "Eravamo i primi in ordine di arrivo ma, con nostro sconcerto, ci siamo rese conto di essere 'invisibili' per i tassisti che, ci superavano senza alcuna spiegazione, facendo salire a bordo delle loro autovetture clienti dietro di noi". Non capendo il motivo decidono di chiedere spiegazioni ed ecco la risposta. 

Non facciamo salire cani grossi

"Non facciamo salire a bordo un cane che non è piccolo". "Prendiamo solo cani di piccola taglia, per questo dovete prenotare il servizio". Sfinimento e stanchezza prendono il sopravvento, ma le due donne non si scoraggiano e contattano la centrale dei taxi della città di Torino che si mette alla ricerca di un taxi disponibile. Passa però mezz'ora e nulla, non arriva nessuno. Tentano di richiamare la centralina, ma non trovano alcuna soluzione. Così decidono di chiedere aiuto alle forze dell'ordine presenti in stazione che indicano la metropolitana. Peccato che a Torino in giovedì chiude alle 22.

Si sono fatte così le 23.30, è passata un'ora e mezza dal loro arrivo in stazione, e le due donne con il cane decidono di mettersi in cammino a piedi, con tre trolley, due zaini, un siberian husky di 12 anni al guinzaglio. "La città era deserta, c'era la nebbia e il freddo che erano terribili: siamo arrivati a casa di mia figlia in zona ospedale Molinette dopo circa un’ora, senza mai fermarci con la paura di fare incontri notturni poco piacevoli, considerati i pericoli che oggi le donne corrono". "Il giorno successivo, conoscendo il regolamento riguardante il trasporto di cani sul sito del Comune di Torino e anche su quello di Taxi Torino e avendo avuto conferma che avevamo rispettato tutto ciò che si richiedeva, abbiamo preso la decisione di fare questa segnalazione, perché l’episodio da noi vissuto, non si ripetesse con altri viaggiatori proprietari di cani che, per persone come me e mia figlia, sono esseri viventi meritevoli di essere trattati con umanità", conclude Annagrazia Larato. 

Non un bel biglietto da visita per una città che vorrebbe essere internazionale e che ambisce a conquistare sempre più turisti. La domanda però sorge spontanea: possibile che a Torino di sera non sia presente un servizio di trasporto che preveda anche il trasporto di un animale da compagnia di grossa taglia? Possibile che nessuno abbia mai previsto che un turista con il proprio cane possa arrivare in città con l'ultimo treno disponibile?