REGGIO CALABRIA (28 Marzo 2023) Ancora una volta in Calabria si incrocia l'annosa questione del randagismo canino con quella della assoluta mancanza di interventi su vasta scala proprio per combattere questo fenomeno. Secondo le stime in Cslabria vi sarebbero ben oltre centomila randagi sparsi a macchia di leopardo su tutto il territoio regionale, alcuni di questi randagi vivrennero ai margini dei paesi e molto spesso scacciati se non uccisi o avvelenati da qualche abitante. Di conto non esiste un vero piano di lotta al randagismo a partire di fatto ds una politica di sterilizzazione di massa che se attuata correttamente ridurrebbe nel giro di qualche anno il fenomeno in maniera significativa, mancano anche le stutture in cui ospitare i randagi che spesso sono ammassati in verie propri canili lager e per qualcuno di questi i un passato nemmeno troppo lontano si è ipotizzato anche un infiltrazione della malavita nella gestione economica degli stessi. A questo quadro crudo e desolante dobbiamo aggiungere che molti comuni privi di fondi hanno lasciato scadere o non hanno mai attivato le convenzioni con i canili violando di fatto la legge nazionale sul randagismo 281/91 e le successive leggi regionali di applicazione della medesima. Una situazione infernale dove si innesta quanto successo nei giorni scorsi a San Giorgio un provincia di Reggio Calabria dove una volontaria animalsta locale ha lanciato un allarme relarivo a 6 cani randagi che si aggiravano per il paese , e che erano stati presi di mira da una parte della popolazione che senza troppi giri di parole ha tentato di sopprimerli. Uno di questi cani è stato poi ritovarto morto mentre gli altri impauriti da quano si è riusciti a capire sono stati cosparsi di candeggina, sul posto sono intervenuti anche dei volontari di una associazione che però non sono riusciti ad individurare questi cani che sono scomparsi. Che siano stati uccisi o si si siano andati a nascondere non è dato sapersi, certo è che da quanto capito anche questa amministrazione comunale è tra quelle che non ha poliiche attive per la lotta al randagismo e che viola sistematicamente la legge 281/91 che da in capo al sindaco la gestione dei cani randagi che vivono sul suo territorio.Sulla vicenda interviene l'AIDAA Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente che denuncia lo stato di totale indifferenza delle autorità locali in merito ad affrontare il randagismo e nel caso speifico denuncia anche l'ateggiamento di alcuni abitanti del paese che avrebbero cosparso i cani di candeggina. "Abbiamo deciso di percorrere due strade- scrivno gli animalisti di AIDAA- innanzitutto di cristallizzare la situazione con la presentazione di un esposto che invieremo nei prossimi giorni per denunciare le violazioni delle leggi in mteria di tutela di animali e di lotta al randagismo in particolare in violazione dell'articolo 544 del codice penale per aver presumibilmente cosparso di candeggina i cani e in merito al sindaco rimarchiamo la violazione delle competenze a lui ascritte, infine- conclude la nota AIDAA- scriveremo ai prefetti per chiedere un intervento presso le amministrazioni locali al via di avviare seriamente una campagna di lotta e prevenzione al randagismo in quella regione. Spesso ci dicono che mancano i soldi. Quelli si possono trovare tra le piege del bilancio comunale cosi ome spesso si trovano i soldi per fare le sontuose feste popolari o per organizzare eventi costosissimi".