Roma, 6 feb. (AdnKronos Salute) – Geremia, nato in strada, è un gattino 4 mesi un po’ speciale. Una gastroenterite gli ha provocato un danno neurologico e oggi fatica a trovare l’equilibrio. Ha un’unica certezza: Sofia, la sua premurosa mamma gatta che, nonostante il cucciolo sia ormai grande, non lo lascia mai e lo accudisce come se fosse ancora da svezzare. Oggi tutti e due sono ospiti, a Roma, dell’Associazione salute e tutela degli animali (Asta) in attesa di un’adozione ‘di coppia’, perché separarli “non si può”, spiegano all’Adnkronos Salute dall’Asta.
“E una storia molto tenera – riferisce il veterinario Manuel Felici – di una mamma gatta e dei suoi cuccioli con un vissuto di randagismo. Non è l’unica. Nella nostra associazione arrivano molti casi di animali fortunati che si salvano da condizioni difficili grazie alle persone che si prendono cura di loro”. Sofia è stata trovata nella periferia romana e portata all’associazione quattro mesi fa con tre micini “ancora con gli occhi chiusi – continua Felici – ma con una gastroenterite virale contratta dalla mamma. Tutti sono sopravvissuti grazie alle cure. Due gattini sono stati rapidamente adottati”.
“Geremia, però – racconta il veterinario – ha subito una lesione al cervelletto e non riesce a coordinare i suoi movimenti. E’ un gattino che ha bisogno di maggiore attenzione. E la sua mamma è molto protettiva con lui. Ha necessità di trovare una famiglia disponibile a prendersi cura di lui ma anche di Sofia. La mamma è il suo punto di riferimento e riteniamo che non debbano separarsi”.
La storia dei due gatti non lascia indifferenti quanti passano all’Asta per le visite veterinarie, le adozioni o semplici donazioni. “Le persone tendono a interpretare il comportamenti degli animali utilizzando la lente dei loro sentimenti – spiega il veterinario – e si sorprendono anche delle ‘relazioni’ che leggono con un filtro umano. Le storie ‘amorose’ e tenere, di lungo periodo, tra animali sono molte. Ogni esemplare ha una sua individualità e generalizzare è impossibile”, conclude Felici ricordando che il problema degli animali che vivono la difficile condizione del randagismo sono molti e che serve mantenere alta l’attenzione sul problema.