domenica 9 dicembre 2018

POVIGLIO. AVVELENO' QUATTRO CANI. CONDANNATO A UN ANNO E 4 MESI DI CARCERE

POVIGLIO. Nel corso del 2016 aveva avvelenato quattro cani, ma a seguito dell’attività di indagine condotta dal corpo di polizia municipale “Bassa reggiana” è stato scoperto e denunciato. In questi giorni è arrivata la sentenza del tribunale di Reggio Emilia, che lo ha condannato a un anno e 4 mesi, con risarcimento di circa mille euro alla parte offesa che si era costituita in giudizio.
 
La vicenda ebbe inizio nel marzo del 2016, quando un cittadino povigliese denunciò alla polizia municipale la morte di un suo cane riconducibile ad un possibile avvelenamento. Il caso venne preso in carico dal nucleo tutela animali che attivò una scrupolosa attività di indagine, che portò a dei sospetti nei confronti di un vicino di casa del denunciante. 
 
Le indagini hanno coinvolto l’ambito Ovest del corpo unico che ha esteso i controlli a tutto il personale con ricerche attraverso il sistema di videosorveglianza, appostamenti e accertamenti di varia natura.
Poi, tra il maggio e l’ottobre dello stesso anno, vennero avvelenati a morte altri tre cani sempre dello stesso proprietario. A seguito dell’accaduto, il pm Giacomo Forte concesse il mandato di perquisizione all’interno della casa del sospettato, che portò al rinvenimento di diverso materiale, tra cui una fionda professionale da tiro, oltre a diversi contenitori il cui contenuto venne prelevato e inviato all’istituto zooprofilattico dell’Asl per essere analizzato. 
 
Il materiale sequestrato e analizzato, comparato con l’esito delle autopsie, stabilì che quello trovato in casa era lo stesso principio ingerito dai cani morti: la metaldeide, una sostanza chimica presente in molti prodotti usati comunemente contro le lumache, abbinata a un’altissima percentuale di rame, che ai cani era stata somministrata sotto forma dei classici “bocconi” e che in certe quantità può rivelarsi mortale. Il padrone di casa – il 48enne M.P. di Poviglio - venne così indagato e rinviato a giudizio.
 
Nel corso dell'udienza davanti al Gip del tribunale di Reggio Emilia, Chiara Alberti, il pubblico ministero Giacomo Forte aveva chiesto per l’imputato una condanna a 3 anni di reclusione. Il difensore ha chiesto di patteggiare una pena ad 1 anno e 4 mesi (ridotta considerate le attenuanti generiche e l'ammissione di colpa), con pena sospesa.
 
La sentenza è stata accolta favorevolmente dagli agenti che hanno condotto le indagini, raggiunti dai complimenti del comandante del corpo “Bassa reggiana” Carlo Alberto Romandini, che ha definito “esemplare” la sentenza a danno del 48enne.