lunedì 9 luglio 2018

CUNEO. SEQUESTRATI 60 CUCCIOLI

Un traffico di cuccioli e di denaro riciclato collega la provincia della Granda all'Ungheria. Lo hanno scoperto i carabinieri forestali di Cuneo che -  coordinati dal procuratore capo Francesca Nanni - hanno sgominato una banda che importava centinaia di cuccioli di razza per rivenderli con documenti falsi spacciandoli per animali allevati sul territorio Cuneese.
L'anello dell'organizzazione che collega il Piemonte all'est Europa è Danilo Marusic, trafficante goriziano che si occupava di fare da mediatore tra i membri italiani dell'organizzazione e i venditori di cani all'estero. Gli animali sequestrati dai carabinieri sono tutti di razza e nella maggior parte dei casi malati o tenuti in condizioni disastrose.

I militari del nucleo investigativo forestale  sono partiti dalle segnalazioni di alcune famiglie che avevano acquistato un animale nei negozi o negli allevamenti del Cuneese scoprendo poi che il cucciolo appena arrivato in famiglia  era malato o aveva gravi disturbi comportamentali, causati dallo stress di un viaggio terribile a bordo di furgoni, senza cibo e senza acqua, e dal distacco precoce dalla mamma. I cuccioli dei trafficanti, infatti, vengono strappati alla madre molto prima dei due mesi previsti per lo svezzamento.
Le indagini erano cominciate nel 2016 e sono durate quasi due anni per ricostruire tutti gli anelli della catena criminale. Le conversazioni dei trafficanti sono state intercettate e nel corso dell'indagine sono state eseguite almeno 30 perquisizioni negli allevamenti e nelle case degli indagati. Ieri, quando con un ultimo blitz sono state eseguite le misure cautelai, sono stati sequestrati 60 cuccioli di labrador, basset hound e maremmani. Ora i cuccioli sono stati affidati all'associazione Lida e saranno dati in adozione.

Gli investigatori hanno individuato anche i corrieri italiani del traffico di cuccioli. Per confermare quello che avevano scoperto i carabinieri, la procura ha disposto anche una perizia dell'Istituto zooprofilattico di Torino che, con l'esame del dna, ha confermato che i cuccioli non provenivano dall'allevamento cuneese indicato sui documenti falsi. Gli indagati sono in tutto 20. Oltre a Marusic, per il quale è stata chiesta una rogatoria nternazionale, sono finiti nei guai un medico veterinario di Busca e tre allevatori di Cuneo. Le accuse sono a vario titolo traffico internazionale di cuccioli per cui sono previste pene fino a un anno di carcere e 15mila euro di multa, e autoriciclaggio per cui si rischia fino a otto anni, ma anche maltrattamento di animali, frode in commercio ed esercizio abusivo della professione medica, sostituzione di persona e falso ideologico.