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ANITA AGRATI AVVOCATO TRIBUNALE AIDAA MILANO |
Oki è solo l'ultimo. Un golden retriver chiaro che è stato salvato dalla sua padrona dopo aver ingerito un pezzo di pancetta avvelenata. La cagnolina è stata molto fortunata, altri come lei invece hanno perso la vita. Perché da qualche mese l'area cani di piazzale Libia-viale Cirene, zona Porta Romana, è diventata una minaccia per gli amici a quattro zampe del quartiere. A qualcuno, evidentemente, il via vai di cagnolini e padroni che frequentano il piccolo parco non sta bene. E allora lascia cibo contaminato con il veleno per i topi, nella speranza di eliminarne qualcuno. Finora sono tre i cani uccisi con questa tecnica. I rispettivi proprietari hanno sporto denuncia, ma finora non è ancora stato possibile capire chi stia cercando di eliminare i cani di Porta Romana. «Da quando il mio cane ha rischiato di morire ho abbandonato questo parco, preferisco frequentarne uno poco più distante racconta la padrona di Oki - È stato un miracolo che non sia morta. Mi sono accorta che stava mangiando qualcosa di sospetto fra i cespugli, così ho chiamato il veterinario che mi ha spiegato come farla vomitare. Per fortuna ci sono riuscita e Oki si è salvata». «So che ormai questo parco non è più sicuro, per questo quando porto qui il mio cane sto sempre attento che non mangi nulla. Non lo perdo di vista neanche per un secondo», prosegue un altro residente della zona.
Ma per un caso finito bene ce ne sono altri che hanno lasciato un vuoto incolmabile nelle famiglie di piazzale Libia e dintorni. Come il bellissimo esemplare di labrador color cioccolato che, dopo aver mangiato un pezzo di carne, ha perso la vita. E di altri due cagnolini, che nei mesi scorsi non si sono più ripresi dopo aver ingerito la pancetta contaminata. «Conosco personalmente la proprietaria del labrador perché risiedo in zona e so che si sono verificati diversi casi come questo racconta Anita Agrati, avvocato che collabora con il tribunale degli animali dell'Aidaa - Proprio in questi giorni noi, come tribunale, stiamo valutando come muoverci per risolvere la situazione». L'identità del responsabile è ancora sconosciuta, ma una teoria esiste già. «Secondo me si tratta di una persona singola, uno squilibrato che abita nel quartiere e che per qualche ragione è disturbato dalla presenza degli animali prosegue il legale -. Quello che mi sembra strano, però, è che nessuno abbia mai visto niente. Da queste parti le persone che hanno un cane si conoscono tutte». È anche vero, però, che abbandonare un boccone avvelenato nelle aree cani di Milano non è poi così complicato. Con la recinzione bassa e un cancelletto a dividere il parco dalla strada chiunque è in grado di abbandonare cibo contaminato fra i cespugli. «È un problema molto grave che cercheremo di risolvere al più presto conclude l'avvocato -. Se, però, il responsabile dovesse essere scoperto il magistrato potrà procedere d'ufficio comminando la reclusione da tre a 18 mesi».