domenica 13 ottobre 2013

TRAFFICO INTERNAZIONALE DI CANI DALLA SPAGNA. AIDAA PRESENTA DENUNCIA

INVIATA IERI UNA DENUNCIA PARTICOLAREGGIATA CONTRO TRE ASSOCIAZIONI CHE SI OCCUPANO DI TRAFFICO INTERNAZIONALE DI CANI DALLA SPAGNA E DAI PAESI DELL'EST EUROPA. OVVIAMENTE PER RAGIONI INVESTIGATIVE LE PARTI CONTENENTI I NOMI DEI GRUPPI E DELLE SINGOLE PERSONE COINVOLTE SONO COPERTI DA SEGRETO. 
LUCRANO ANCHE SU DI LORO (FOTO DI REPERTORIO)

Io sottoscritto lorenzo croce nato a rho il 23 aprile 1964 residente a pregnana milanese in via roma 62 nella mia qualità di presidente nazionale dell’associazione italiana difesa animali ed ambiente – aidaa mi rivolgo a codesta procura della repubblica di milano e a codesto comando dei carabinieri nas del ministero della salute per denunciare quanto segue:
Sono a conoscenza che in Italia esiste una rete composta da diverse persone che operano in associazione tra loro e in proprio con lo scopo di raccogliere soldi che dovrebbero essere destinati alla salvezza dei cani spagnoli ed alla loro collocazione in famiglie italiane, e che invece molto spesso sono distolti ed utilizzati per altri scopi più o meno leciti e comunque non collegati ne collegabili alle attività per i quali i soldi vengono raccolti. Oggetto di questa vera e propria truffa sono sia le cosidette famiglie adottanti ai quali viene spesso chiesto un esborso che si aggira dai 150 ai 250 euro per coprire le cosidette spese di riscatto dei cani dalle perreras spagnole, le spese di microchippatura, di trasporto e di pensione per i medesimi cani salvati. Ma oltre alle famiglie, le persone in proprio ed associate tra loro raccolgono fondi attraverso aste online non autorizzate, raccolte di fondi durante serate di beneficienza o spettacoli dedicati senza mai rilasciare alcun tipo di ricevuta ai donatori ne tantomeno dichiara queste somme che spesso sono ingenti e superano abbondantemente i mille euro a serata ne al fisco ne tantomeno vengono iscritti al bilancio associativo di alcuni di questi gruppi che inoltre chiedono fondi attraverso i loro siti internet e le pagine di facebook, fondi da versare su appositi conticorrenti o su apposite carte pre pagate o postali e di cui non esistono nella stragrande maggioranza dei casi riscontri relativi al loro utilizzo. Tenuto conto questo sistema è operativo da almeno tre anni e che dopo la trasmissione della situazione delle perreras spagnole andata in onda su Striscia la Notizia (canale 5) nel dicembre 2010 i gruppi che operano e che raccolgono fondi sono aumentati a dismisura e tenuto conto del fatto che da inizio anno ad oggi sono stati portati in Italia in maniera piu o meno regolare circa 2500 cani provenienti dalle perreras spagnole e almeno 500 provenienti dai paesi delle ex jugoslavia ai quali vanno aggiunti i circa 1000 cani arrivati nel corso del 2009 e del 2010 ED ALTRETTANTI NEL PERIODO 2011-2013 si parla di una raccolta “irregolare” di almeno 2.000.000 euro non dichiarati a bilancio associativo e di almeno altre decine di migliaia di euro raccolte in maniera fraudolenta di cui non si conosce la destinazione finale.
LE PERSONE COINVOLTE E LE ASSOCIAZIONI
OMISSIS.....

IL SISTEMA
Molto articolato infine è il sistema con cui vengono fatti arrivare i cani in Italia. Vediamo di andare con ordine.
Innazitutto si scelgono i cani in perreras o le loro foto e vengono pubblicati su diversi siti online italiani e fatti girare attraverso il sistema del passaparola via facebook e via internet. Fin qui tutto ok. Ovviamente ai cani viene collegata una scheda di presentazione dell’animale, senza ovviamente menzionare le malattie, il carattere e quant’altro e si invita la gente ad adottarlo in quanto entro due o tre giorni viene ucciso. Le persone ci cascano e cosa succede? Sborsano i quattrini per salvare il cane ed in alcuni casi danno anche i documenti personali in copia per farsi intestare il microchip del cane medesimo. Lo stesso viene poi inviato attraverso viaggi vergognosi in Italia (ammassati in furgoni ed in alcuni casi tir) dove il cane arriva dopo 12 ore di viaggio sbarcando in una piazzola dell’autostrada senza la presenza di un veterinario pubblico ne tantomeno di personale qualificato e da qui i cani vengono smistati, alcuni dati subito alle famiglie, in altri casi dati a volontarie che li caricano su auto e furgoncini e li trasportano senza alcuno stallo veterinario per altre centinaia di chilometri.Ovviamente nessun controllo viene fatto preventivamente alle famiglie affidatarie OMISSIS  e quindi in molti casi il cane che già viene da una situazione di sofferenza, si vede non inserito nella famiglia e quindi prende la via dell’ennesimo canile.
Chiedo pertanto a codesta procura ed  a codesto comando generale dei NAS di indagare in merito ai reati di raggiro, truffa,maltrattamento di animali e falso in bilancio e traffico internazionale di animali a carico delle persone qui sopra menzionate.
Chiedo altresi di essere sentito al fine di poter fornire gli ulteriori particolari di cui posso venire a conoscenza.
Cordiali saluti

Lorenzo Croce

Presidente nazionale aidaa