giovedì 5 dicembre 2019

LOMBARDIA. NEVICA A BASSA QUOTA I CERVI AFFAMATI PREDE DEI BRACCONIERI

Non è uno dei periodi migliori, questo, per i cervi e, più in generale, per gli ungulati: dopo aver incuriosito con il loro canto d’amore, il bramito, centinaia di escursionisti in Val Grande all’inizio dell’autunno, la neve caduta abbondante anche ad altitudini più basse li sta mettendo parecchio in difficoltà nella seconda parte della stagione.
Per cercare cibo sono costretti ad abbassarsi di quota e il timore è che, come successo due anni fa, ci possa essere una moria straordinaria: nell’inverno 2018 perirono almeno 120 esemplari.
La facilità di individuarli e, forse, la loro debolezza lascia terreno facile ai bracconieri. Per questo il corpo di Polizia Provinciale dell’alta Valcamonica ha intensificato i controlli e nei giorni scorsi ha intercettato quattro persone responsabili  di due azioni di bracconaggio. Gli agenti al comando del commissario Antonio Galli hanno effettuato due posti di blocco, fermando i bracconieri.
Nel primo caso gli uomini della venatoria sono intervenuti in Valsaviore, in località Corno Alto di Saviore, a seguito di una poderosa canizza di segugi. Gli agenti hanno allestito dei posti di controllo stradale, fermando nella zona del cimitero un’auto, a bordo del quale hanno ritrovato la carcassa di un capriolo già eviscerato e abbattuto poco prima. La seconda operazione si è svolta a Edolo in località Baldoni dove, all’interno dell’oasi di ripopolamento e cattura di Turicla, tre uomini che scendevano a valle a velocità sostenuta sono stati fermati e controllati.
A bordo del loro suv c’era la carcassa di un cervo ucciso con un fucile calibro 22 munito di ottica. Ad aggravare la situazione non solo il fatto che l’operazione di caccia era stata compiuta in una zona di divieto, ma pure utilizzando un’arma non consentita. I sequestri. Mentre gli animali abbattuti illegalmente sono stati posti sotto sequestro, così come armi e munizioni, i bracconieri, dopo l’identificazione, sono stati denunciati a piede libero per reati venatori.
Diversi ungulati muoiono in queste settimane anche investiti lungo la Statale 42 in alta Valle, soprattutto con il buio, mentre tentano d’attraversare la strada per trovare cibo e acqua. Il problema è annoso e già in passato sono state messe in atto misure per limitare i danni, come la creazione di piccoli corridoi di protezione. Nonostante tutto, nel mese di novembre alcuni animali sono purtroppo deceduti, molti altri sono stati intravisti camminare a bordo strada e alcune auto sono state danneggiate.