sabato 7 dicembre 2019

C'E ANCHE UN VIGILE DI TAGGIA TRA GLI INDAGATI DI BRACCONAGGIO

Triora - C’è anche un agente della polizia municipale di Taggia tra le persone indagate per avere cacciato di frodo cinghiali, camosci e caprioli in balle Argentina, val Nervia e val Verbone, e nella foresta di Gerbonte.
L’inchiesta, che lunedì ha portato agli arresti domiciliari del sindaco di Triora Massimo Di Fazio, al momento coinvolge nove persone, anche se il numero potrebbe salire. E tra quelle già colpite dall’avviso di garanzia alcune ricoprivano perfino il ruolo di “selettore”, ossia di cacciatore autorizzato con una speciale licenza rilasciata dalla Provincia ad abbattere capi fuori dalla stagione venatoria (in caso di eccessiva proliferazione), sotto il controllo degli agenti provinciali.

Il vigile indagato per porto illegale di armi da sparo in luogo pubblico e per avere cacciato in periodo vietato, ossia per bracconaggio, è Domenico Novella, 59 anni, attualmente al settore edilizia della polizia municipale. Come tutti gli altri indagati, è stato sottoposto a perquisizione, nel suo caso effettuata dai carabinieri forestali: gli sono stati sequestrati tredici fucili. Nei suoi confronti, al momento, il Comune di Taggia non ha preso provvedimenti. «Il suo percorso lavorativo è sempre stato caratterizzato da grande integrità - spiega il sindaco Mario Conio - e nell’attesa di conoscere i dettagli della vicenda, che è personale e non coinvolge il suo ruolo nella polizia municipale, riteniamo di non dover adottare misure nei suoi confronti». Non è escluso che la Prefettura, tuttavia, possa disporre che a Novella venga ritirata l’arma d’ordinanza. «In questo caso gli verranno assegnate mansioni che non prevedono il porto della pistola», conclude Conio.
Oltre al vigile di Taggia e al sindaco di Triora sono indagati i presunti compagni di caccia di quest’ultimo, Germano Anfosso, Andrea Lombardi e Alberto Basile; i fratelli Diego e Mauro Melighetti, e Walter Zandonella, tutti residenti in val Nervia; e un altro taggese, Lorenzo Brogna. Complessivamente, la polizia postale, che conduce l’inchiesta coordinata dal procuratore Alberto Lari e dal sostituto Luca Scorza Azzarà, e i carabinieri forestali, che hanno partecipato alle perquisizioni, hanno sequestrato una settantina di fucili. Non solo: sempre la Polposte ha acquisito una nutrita documentazione negli uffici di Pieve di Teco dell’Atc, l’Ambito territoriale di caccia, di cui è presidente il sindaco del paese della valle Arroscia Alessandro Alessandri. Il materiale servirà agli investigatori per avere una “fotografia” ancora più dettagliata dell’attività venatoria in provincia di Imperia e il ruolo degli indagati, in particolare di coloro che avevano ottenuto la qualifica di selettore. Un ruolo di fiducia che lasciava ampi margini di manovra: l’obiettivo è da una parte stabilire se qualcuno dei presunti bracconieri ne abbia effettivamente abusato, dall’altra verificare eventuali favoritismi o “coperture”. Anche politiche.