mercoledì 10 aprile 2019

ARRIVA IL PRIMO "BRACCONIERE PENTITO"

Cacciava e pescava. Di frodo. Finché non è stato sorpreso, ha scatenato un putiferio diventato processo davanti al tribunale. E per chiudere la vicenda, ha deciso di mettere sul tavolo qualche centinaio di euro. Accompagnato da una lettera di pentimento e buoni propositi. Così, resteranno un ricordo le notti di brivido, quando entrava nella Tenuta Lago di Sartirana, a Torre Beretti e Castellaro, nel Pavese, al confine con Casale Monferrato. Armato di reti e carabina calibro 22, faceva strage di lepri e fagiani, carpe e trote, senza dimenticare le anguille allevati nei 500 ettari di possedimenti passati dai Savoia alla famiglia De Angeli (industrie farmaceutiche Boehringer Ingelheim), al commendator Aldo Perotti da Milano, che una volta a settimana organizza qualche battuta di caccia con gli amici.
Ma torniamo alle incursioni «fuorilegge». Per definire il responsabile di queste razzìe, c’è soltanto una parola: bracconiere. E Stefano Biscaldi, 41 anni, va fiero di questa qualifica. Tanto da indicarla come professione nel verbale di interrogatorio davanti ai carabinieri, che lo convocano in caserma dopo la denuncia per minacce firmata dal guardacaccia della tenuta. Già, perché il «Bisca» è uno che non si tira indietro. Certo, agiva con il favore delle tenebre. Ma non sempre riusciva a scamparla. In varie occasioni, era stato sorpreso proprio da quello stesso guardacaccia, Michele Anzivino, 53 anni, incaricato di proteggere la tenuta fin dal 1990.