PUGLIA.
L'IGNOTO DESTINO DEI 14.000 CANI DEPORTATI NEL 2015
Bari
(23 maggio 2016) - Ogni anno sono oltre 25.000 i cani pugliesi che
lasciano la regione e vengono spostati verso il nord Italia o verso i
paesi del nord Europa. Detto cosi potrebbe essere un ottimo sistema
per combattere e debellare il randagismo in una delle regioni
italiane in cui il fenomeno è tra i iù diffusi e dove si stima la
presenza sul territorio di oltre 130.000 cani randagi. Diciamo
sarebbe perchè a fianco dei circa 9.000 cani pugliesi che trovano
casa in quanto regolarmente adottati da famiglie italiane o straniere
e di loro si conosce la provenienza e la destinazione finale
attraverso i regolari passaggi di proprietà che vengono regolarmente
comunicati all'anagrafe canina della regione Puglia. Ma vi sono altri
14.000 cani completamente sconosciuti all'anagrafe canina, in
particolare cuccioli che ogni anno lasciano la Puglia per essere
spostati al nord e della stragrande maggioranza di loro si perde le
tracce o addirittura non se ne conosce l'esistenza. Sono cani
rastrellati nelle strade o fatti nascere (se di razza o simil razza)
nelle masserie da femmine utilizzate come fattrici e poi spacciati
per randagi a volte usciti dai canili. Vi sono organizzazioni di cui
si conoscono alcuni terminali pugliesi e altri pseudo volontari
residenti nel nord Italia che si organizzano per raccogliere i soldi
con cui di fatto questi cuccioli vengono acquistati, anche se di
fatto di queste transazioni non rimane alcuna traccia ufficiale se
non sulle poste pay di alcune note trafficanti già pluridenunciate.
“Purtroppo molto spesso chi prende un cane abbandonato non stà a
verificare se questo viene fatto adottare regolarmente o meno e
seppur involontariamente queste persone rischiano di favorire non la
lotta al randagismo ma il traffico nazionale ed internazionale di
cani- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- i cani spesso
viaggiano senza alcuna precauzione e senza essere vaccinati e non
sono pochi quelli che muoiono durante il tragitto o poco dopo
l'arrivo nelle famiglie. Occorre fare molta attenzione a chi ci si
rivolge per adottare un cane- continua il presidente di AIDAA- di
solito è buona cosa rivolgersi direttamente alle associazioni
riconosciute o alle staffette in regola, eancora meglio ai canili e
rifugi della Puglia che postano sui social e nelle pagine internet le
foto dei cani da adottare. Il rischio altrimenti è quello seppur
inconsapevolmente di favorire quelle persone che spacciandosi per
volontarie nel corso degli anni hanno messo in piedi vere e proprie
organizzazioni criminali che guadagnano mandando cani al nord Italia
e nel nord Europa”. Ora pare che le ASL Pugliesi stiano iniziando a
monitorare questo fenomeno che tra le altre cose viola le legge
regionale per la quale i cani pugliesi devono innanzitutto essere
adottati in Puglia in particolare il fenomeno appare in forte
espansione nelle zone del Tarantino, Foggiano e di Andria- Trani e
Brindisi dove spesso i cani vengono rastrellati anche per le strade
nottetempo spesso con il compiacente silenzio di alcune pseudo
associazioni non riconosciute che operano verso il nord Europa che a
loro volte acquistano i cani rastrellati e che hanno le basi
operative nel Lazio e nel vicino Abruzzo. Ogni cane frutta mediamente
dal 100 ai 150 euro favorendo cosi un giro illegale di affari di
oltre 2 milioni di euro l'anno.