PRESEPE SI. MA SENZA LE
PECORELLE
Roma (6 dicembre 2014) –
Domani, giorno di Sant'Ambrogio nella chiesa ambrosiana e lunedi
giorno della immacolata concezione nel resto delle chiese italiane
sono i giorni storicamente dedicati alla realizzazione dei presepi
nelle chiese cosi come nelle famiglie. Premesso che il presepe è un
simbolo della nostra storia e della nostra cultura che riteniamo
assolutamente positivo quello che chiediamo a tutti è di fare il
presepe senza le pecorelle. Infatti a differenza di quello che
dovrebbe essere il messaggio di pace e vita che rappresenta il
presepe la presenza delle pecorelle mette in evidenza invece un
“messaggio di morte” in quanto le pecore ed in particolare gli
agnelli come avviene ovunque sono destinate alla morte, ed in
particolare trattandosi di pecore ed agnelli di pastori di religione
ebraica il loro destino (ovviamente storico) è quello di essere
sgozzate vive e lasciate morire tra atroci tormenti come succede a
tutti gli animali sacrificati nelle religioni ebraica e musulmana.
Quindi se da una parte il presepe rappresenta un messaggio di
pace,amore e vita, dobbiamo ricordare che la fine prevista per le
pecore (quelle vere) va in tutt'altra direzione. “Si tratta di una
vera provocazione certo- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA-
ma che serve a far riflettere sul destino di milioni di pecore e
capre, e sopratutto agnelli che vengono brutalmente sgozzati ed
uccisi a Natale cosi come a Pasqua anche da noi cattolici o comunque
di cultura cattolica. Quindi l'appello ai parroci, ma anche ai
maestri di scuola ed ai genitori è questo: fate il presepe senza
pecore, e quando i vostri bambini vi chiederanno perchè non ci sono
spiegate loro che gli agnelli non sono destinati a una vita felice ma
ad una morte atroce per soddisfare il bieco cannibalismo umano”.