LA MALAVITA STA ALLUNGANDO LE MANI ANCHE SUI CANILI DEL
CENTRO E DEL NORD ITALIA
I CANI DI GROSSA TAGLIA SPESSO SI USANO PER I COMBATTIMENTI |
Roma (29 giugno 2013) – Non solo
i canili del sud Italia sono oggetto di attenzione e di azione da parte della
malavita organizzata che spesso entra nella gestione diretta delle strutture
pubbliche e private con lo scopo di lucrare sulle entrate, di gestire i viaggi
della morte dei cani verso il nord Europa, ma più spesso per avere una riserva
di cani da destinare ai combattimenti. Già negli anni scorsi l’AIDAA aveva
denunciato questo fenomeno in tutta la sua complessità, a cui fece seguito il
famoso ritrovamento del cimitero dei cani ammazzati nel napoletano. Ma oggi
questo fenomeno di infiltrazione della eco-mafia attraverso persone compiacenti
nella gestione diretta o nel semplice controllo dei canili si sta diffondendo a
macchia d’olio anche alle regioni del centro e del nord Italia, in particolare
si segnalano tentativi di infiltrazioni in alcune strutture minori e poco
controllate di Lazio, Umbria, ma anche Emilia Romagna e Lombardia. Per questo
motivo AIDAA lunedì invierà un dettagliato rapporto alle forze dell’ordine di
ciascuna delle regioni interessate da questo fenomeno. Sono diverse le attività
che le eco-mafie gestiscono sul territorio e vanno dalla gestione dei viaggi dei
cani verso la Germania ed il nord Europa (da non confondere con i viaggi della
speranza organizzati da associazioni riconosciuti) dove i cani finiscono in
lager o nelle aziende che si occupano di vivisezione, fino alla gestione dei
combattimenti clandestini. Non mancano le segnalazioni di lucro ai danni degli
stessi cani, sottoalimentati e non curati e per i quali si incassano i soldi delle rette dai comuni e i soldi
destinati alle cure veterinarie mai avvenute, o per le sterilizzazioni mai
eseguite. Complessivamente secondo l’associazione italiana difesa animali ed
ambiente sono un centinaio le strutture dove in diverso modo opera la malavita
organizzata di queste almeno il 70% si trova al sud, mentre al centro ed al
nord Italia alcuni canili vengono utilizzati per punti di transito dei cani
diretti irregolarmente fuori Italia. Una menzione a parte merita il canile
Parrelli di Roma dove ci sono prove che i cani vengono uccisi fin da cuccioli
ma la cui gestione continua da anni a ricevere strane protezioni anche da
alcuni apparati nelle alte sfere dello stato che fino ad oggi non hanno mosso
un dito per risolvere la situazione.