5.000 SINDACI NON PAGANO I CANILI
Roma (28 giugno 2013) – Sono cinquemila
i sindaci italiani (su circa 8.000) che non rispettano la legge 281/91 e non
saldano da oltre due anni i conti dei canili italiani che ospitano circa 150.000
cani randagi raccolti sul territorio dei comuni italiani e per il mantenimento
dei quali dovrebbero pagare i comuni dove vengono catturati i cani. La media
dei comuni inadempienti è di quasi il 70% del totale dei comuni italiani
situati prevalentemente nelle regioni del centro e del sud Italia di questi
circa il 40% non salda i canili che ospitano i loro cani da oltre 5 anni
contribuendo di fatto a creare un debito complessivo della pubblica
amministrazione verso i canili che supera abbondantemente i 55 milioni di euro
l’anno. Il rischio per questa estate è quindi doppio. Da una parte ci sarà la
solita lotta contro gli abbandoni dei cani su strade ed autostrade, e dall’altra
ci sarà l’emergenza del sovraffollamento dei canili con il rischio che i cani
specialmente al sud finiscano nei canili gestiti dalla malavita organizzata che
oltre ad ammassarli (in alcuni canili ci sono 2.000 cani a fronte di 400 posti)
spesso organizzano veri e propri viaggi di cani
verso la Germania ed il nord Europa con i rischi che tutti conosciamo. “Occorre
che i comuni possano essere messi in condizioni di pagare i canili dove sono
ospitati i cani randagi, da mesi denunciamo che almeno un terzo dei canili è a
rischio chiusura e molti sono gestiti direttamente dalla malavita organizzata-
ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA – occorre smetterla di
chiudere gli occhi e girare la faccia altrove, in Italia molti canili sono in
sovraffollamento, le adozioni si fanno con il contagocce e specialmente al sud
esistono veri e propri lager gestiti dalla malavita. Il problema- ci dice
Lorenzo Croce- non si risolve con i viaggi verso la Germania, ma mettendo in
condizione i canili italiani di poter lavorare bene, ed i comuni di pagare le
rette dei cani ospitati, ed il ministero della salute deve mettere in moto una
serie di iniziative atte a realizzare un nuovo piano canili consortili che
stando ai parametri della legge possano ospitare al massimo 250 cani ciascuno e
che la custodia e la gestione sia affidata alle associazioni riconosciute di
tutela degli animali proprio per evitare il rischio di infiltrazione malavitosa”.