sabato 6 aprile 2013

AIDAA: METTIAMO IL MICROCHIP AI MALTRATTORI DI ANIMALI.

 AIDAA: METTIAMO IL MICROCHIP AI MALTRATTORI DI ANIMALI.

ROMA (Aprile 2013) - Microchip obbligatorio non solo per tutti gli animali domestici, ma anche per coloro che sono condannati per maltrattamento, abbandono o per qualunque altro reato a danno degli animali in modo che non sia più concesso a queste persone di avere la possibilità di adottare o acquistare o semplicemente accudire altri animali. La proposta choc avanzata dall'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente - AIDAA prevede infatti la realizzazione di una anagrafe elettronica nazionale in cui siano inseriti i nominativi di coloro che sono condannati in via definitiva a qualunque tipo di pena per i reati contro gli animali e che gli stessi siano forniti di un microchip sottopelle leggibile da appositi lettori di cui dovrebbero essere dotati veterinari e forze dell'ordine in modo da poter individuare in via preventiva persone che condannate per reati contro animali o che sono stati in passato dediti agli abusi sessuali sugli animali (zoorestia) in modo che non possano entrare in possesso di altri animali magari semplicemente andando ad acquistarli o adottandoli in altre città rispetto a quelle in cui hanno commesso i loro abusi sugli animali. "Ad oggi non è possibile sapere legalmente in via immediata se una persona è stata condannata per reati contro gli animali o se è dedito all'abominio dell'abuso sessuale contro di loro- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- allora da qui la nostra proposta, usare lo stesso sistema con il quale riconosciamo gli animali domestici e la loro storia: il microchip. Dotare i delinquenti condannati per reati contro animali di un microchip obbligatorio la cui lettura possa essere richiesta sia dai volontari che si occupano di adozione che dai negozianti o dagli allevatori che possono cosi di evitare di affidare o vendere animali a coloro che probabilmente ne abuserebbero nuovamente, Il microchip sotto pelle- conclude Croce- garantirebbe la riservatezza prevista dalla legge sulla privacy e allo stesso tempo sarebbe un deterente per queste persone a riprovare a raccogliere animali da maltrattare o torturare o ancora peggio su cui compiere abusi di natura sessuale.

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