Reggio Calabria (5 Aprile 2022) Come per i cani randagi spetta alla Calabria la maglia nera dei cani di proprietà avvelenati nel 2021 con oltre 800 casi di avvelenamento dei quali oltre la metà è morta su un totale di 6.000 cani di proprietà avvelenati in tutta Italia l'anno passato. Il dato calabrese risulta essere superiore alla media anche a causa della mattanza di centinaia di cani compresi appunto molti di proprietà uccisi nel periodo di fine estate nel catanzarese e nel cosentino dopo la tragica vicenda della pineta di Satriano che ha portato alla morte della giovane Simona Cavallaro dopo che la ragazza era stata morsicata da un branco di cani che erano stati lasciati incustoditi da un pastore recentemente arrestato proprio in seguito a quella vicenda. Da subito si scatenò una vera e propria psicosi che durò un mese ed ebbe come conseguenza l'avvelenamento coattivo di centinaia di cani sia randagi che di proprietà. Ma a parte la Calabria e a differenza della mattanza di randagi uccisi con il veleno che si concentra prevalentemente nelle regioni del sud, per quanto attiene ai cani di proprietà la mappa degli avvelenamenti cambia e si hanno i maggiori numeri nelle regioni del centro e del nord oltre che in Sicilia dove si sono contati 340 avvelenamenti. I numeri parlano di cani avvelenati prevalentemente in Lazio, Toscana ed Umbria tutte con numeri superiori ai 300 cani di proprieità, ed in particolare per quanto riguarda le regioni del centro italia si conteggiano molti avvelenamenti ai cani di proprietà dei cacciatori e dei cercatori di tartufi, mentre bisogna salire nel profondo nord in particolare in Veneto ed Emilia per trovare il maggior numero di cani avvelenati nei giardini di casa o negli spazi pubblici come le aree cani. Complessivamente i cani deceduti sono stati il 67% del totale quindi quasi 4000, mentre sono stati circa 2.300 i cani avvelenati in maniera indiretta per bocconi lasciati in giro nei parchi, per le strade e nelle aree cani.