giovedì 14 aprile 2022

GECO MORTO. A GIUDIZIO TITOLARE NEGOZIO ANIMALI DI MODENA

 Era una domenica del 2019 quando allo Zoo Solierese, storico negozio di animali (in particolare esotici) di Soliera, in provincia di Modena, ci fu un blitz di una troupe della trasmissione tv «Le Iene» per presunti maltrattamenti e un intervento delle volontarie dell’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali). Allora vennero sequestrati un varano, un serpente del grano e due rane ceratophrys del Sud America, oltre a un geco leopardo che era sopravvissuto solo pochi giorni in una clinica veterinaria. Adesso Gianni Lusetti, il titolare dell’attività che allora aveva respinto le accuse e ammesso che, forse, «solo il geco era malnutrito», è finito a processo in tribunale a Modena. Il procedimento è infatti approdato a dibattimento, davanti al giudice Francesco Cermaria.

Il geco malnutrito

Lusetti, per il tramite del suo avvocato, è determinato a dimostrare nel corso delle varie udienze di non avere colpe, di aver sempre curato gli animali e che questi vivevano in buone condizioni in quelle teche che sono rimaste anche dopo il sequestro. Nessun maltrattamento quindi, come ribadito anche dalla sua compagna, sentita in aula come testimone. La donna ha riferito dell’attività, dei controlli a sorpresa da parte del veterinario dell’Ausl che non aveva mai accertato problemi e del blitz di quella domenica, giorno festivo che non aveva permesso loro di chiamare il veterinario che altrimenti, ha detto, avrebbe accertato il buono stato degli animali. Eppure quel geco sequestrato che è poi morto a distanza di pochi giorni sarebbe stato in condizioni precarie. La testimone, come riferisce la Gazzetta di Modena, ha ammesso davanti al giudice che quell’animale comprato a Monza, di cui possono documentare l’acquisto attraverso la relativa fattura, era malnutrito e per questo si stavano occupando di lui per farlo ristabilire, imboccandolo per farlo mangiare. Un geco però abbandonato a se stesso, di cui ora Lusetti deve rispondere: dopo il sequestro infatti non sarebbe più andato nella clinica veterinaria per assicurarsi delle sue condizioni. Sarebbe stata la stessa donna a dichiararlo al giudice che le aveva rivolto la domanda specifica. Nella prossima udienza a sedere sul banco dei testimoni sarà un veterinario che dovrà riferire delle condizioni degli animali in vendita nel negozio.