REGGIO CALABRIA (16 APRILE 2020) Sono oltre 15.000 i cani randagi e di proprietà avvelenati nei primi cento giorni del 2022. Di questi circa 3500 non ce l'hanno fatta. La maglia nera spetta anche questa volta alle regioni del sud dove purtroppo ancora troppo spesso il veleno viene utilizzato come mezzo di sterminio di massa dei randagi con il tacito consenso di alcune amministrazioni pubbliche che non sono in grado di ridurre la presenza dei randagi e chiudono un occhio, e spesso tutti e due davanti agli avvelenamenti di massa. La maglia nera anche in questo primo trimestre del 2022 spetta a Calabria, Sicilia e Sardegna con oltre 3000 avvelenamenti a testa, mentre fanno capolino anche le regioni del centro Italia ed in particolare la Toscana, gli Abruzzi ed il Lazio dove il veleno viene sparso sopratutto per contrastare i cani incrociati e gli ibridi di lupo. Un capitolo a parte meritano purtroppo gli avvelenamenti che sono stati oltre 300 dei cani da tartufo, avvelenamenti che si sono concentrati particolarmente nell'alto Lazio, in Umbria e Marche. In questo conteggio rientrano anche i cani di proprietà circa 3400, vittime di avvelenamento nelle città in particolare nelle aree cani e nei parchi dove vengono sparsi in maniera indiscriminata bocconi avvelenati, lumachicidi, topicidi e perfino bocconi con i chiodi. In questo caso il livello di morte degli animali è per fortuna molto più basso, e si attesta sul 4% dei cani avvelenati. "La questione dei cani avvelenati è sempre molto grave in tutte le regioni italiane- scrive l'associazione animalista AIDAA- abbiamo voluto quest'anno fare una prima fotografia della situazione dopo 100 giorni dall'inizio dell'anno, e dobbiamo ammettere che purtroppo il fenomeno che lo scorso anno ha portato all'avvelenamento di 44.000 cani non è per niente sotto controllo, e per quanto riguarda i randagi siamo sicuri che si tratti di un dato in difetto rispetto ai numeri reali, mentre da tenere sotto controllo i parchi pubblici e le aree cani cittadine dove purtroppo si registra il maggior numero di avvelenamenti per quanto riguarda i cani di proprietà e qui purtroppo il fenomeno è sparso omogeneamente su tutto il territorio nazionale senza particolari differenze tra nord, centro e sud Italia".