martedì 12 aprile 2022

MANTOVA. FAGIANI MALTRATTATI CON IL COPRIBECCO. DENUNCIATO ALLEVATORE

 Maltrattamento di animali in un allevamento di fagiani in provincia di Mantova. Questo quanto scoperto dai carabinieri del Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Mantova nel corso di un sopralluogo a carico della struttura, che si trova nel Basso Mantovano. Insieme ad un veterinario che per l’occasione è stato appositamente nominato ausiliario di polizia giudiziaria, i militari e il medico hanno infatti scoperto come all’interno dell’allevamento vi fossero 18 fagiani cui era stato applicato un copribecco in plastica: un dispositivo fissato attraverso le narici e bloccato ad esse per mezzo di un apposito spillo munito di un gancetto che evita l’uscita del copribecco dalle narici dell’animale.

Tra l’altro, secondo i rilievi eseguiti dai Forestali e dal personale veterinario, tale pratica, certamente non piacevole per l’animale, veniva eseguita senza alcuna anestesia e da personale non titolato ad eseguire manovre simili. I copribecchi trovati dai carabinieri inoltre risultano essere superati dai tempi: esistono oggi dispositivi in tutto e per tutto simili, la cui applicazione però non è così invasiva. Al termine dei rilievi il titolare dell’allevamento – un 60enne italiano incensurato – è stato denunciato per maltrattamento di animali e hanno inviato una segnalazione alla Procura di Mantova. I diciotto fagiani e i relativi copribecco sono stati posti sotto sequestro.

L’applicazione dispositivo ha uno scopo ben preciso: evitare che i fagiani si feriscano tra di loro. Il fagiano è infatti un animale ancora decisamente selvatico e non domestico (come al contrario possono essere ad esempio ovini, bovini o suini): all’interno degli allevamenti di conseguenza i fagiani possono aggredirsi e ferirsi tra loro. Onde evitare che si verifichino tali episodi, vengono applicati i copribecchi, di cui esistono però modelli più moderni e meno invasivi rispetto a quelli rinvenuti durante il sopralluogo di Forestali e personale veterinario.


FONTE. CORRIERE DELLA SERA