COSENZA – Animali seviziati e uccisi brutalmente, senza alcuna pietà. Sono tante le segnalazioni che arrivano dal Cosentino e che destano preoccupazione. Dopo i recenti gravi episodi verificatisi a Fuscaldo (Simba, cane di proprietà, e un cane randagio avvelenato e investito sempre nella stessa zona) fino ai gatti sparati e uccisi a Mendicino, e la cagnolina presa a pietrate a Corigliano cresce l’allarme per un fenomeno, probabilmente da sempre esistito in Calabria, e che ora merita di essere portato alla luce.Cani impalati o impiccati con un cappio e lasciati morire tra agonie indicibili, cucciolate seppellite vive nelle campagne perché “finché hanno gli occhi chiusi si possono ammazzare”. E ancora, cani di proprietà legati e ristretti in spazi angusti e bui senza poter mai vedere la luce del sole, cani consumati da leishmaniosi, cani torturati, uccisi e trascinati per chilometri con un catena come trofei: sono molteplici le testimonianze che arrivano dal Cosentino, dal Basso Tirreno all’entroterra montano, dove la mano dell’essere umano arriva a perpetrare le atrocità più efferate e indicibili contro gli animali. Un maltrattamento che spesso può essere un sintomo di pericolosità e che può culminare anche con l’arrecare violenza alle persone.
Le denunce a vigili urbani e forze dell’ordine, molto spesso, rimangono affossate nei meandri giuridici senza andare avanti a causa di chi non si vuole esporre o ancora accantonate per questioni ‘più urgenti’ che metteno in secondo piano il maltrattamento contro gli animali. “Le leggi ci sono ma il problema è che non vengono rispettate. Molto spesso facciamo segnalazioni alle guardie zoofile che cadono nel vuoto perché vige l’omertà: ‘amici degli amici’, paura del delinquente, paura di avere ritorsioni”, ci racconta una volontaria del territorio.
La mancanza di sensibità verso il tema coinvolge più livelli, dai cittadini, alle istituzioni, ed è uno dei più grandi problemi della Calabria. Diverse sono le associazioni animaliste che ribadiscono come un cambiamento di mentalità parta dalle scuole o sull’investire in maniera massima nella microchippatura degli animali e nella promozione delle adozioni nei canili, dove sono tanti gli animali rinchiusi che muoiono di vecchiaia senza vedere la libertà.
In Calabria manca la cultura del benessere verso gli animali
“In Calabria abbiamo una cultura antiquata nei confronti degli animali che sfocia nell’odio e e nella repulsione ed è questa la cosa più preoccupante – ci spiega Sara Graziano, volontaria di un’associazione a tutela degli animali a Fuscaldo. Se una persona gira armata e spara ad un cane, a parte compiere un reato contro l’animale, è pericoloso per la società e per i suoi stessi simili. Dal Comune di Fuscaldo però, “c’è un filo diretto rispetto alle amministrazioni passate, abbiamo ricevuto diversi finanziamenti ma ci vorrebbero davvero tanti altri soldi. Purtroppo il tema del randagismo è un fenomeno davvero complesso”.
FONTE
www.quicosenza.it