L’intenzione, probabilmente, era quella di sottrarre i cagnolini al triste destino di una vita randagia, ma il risultato fu una pioggia di reati: dal maltrattamento nei confronti di quegli stessi animali al falso, alla truffa aggravata, all’induzione alla formazione di atti pubblici ideologicamente falsi. Così dieci persone, otto della Valdinievole (quasi tutte difese dall’avvocato Massimo Melecchi) e due provenienti dalla Sicilia, sono finite sotto processo. Ieri la discussione davanti al gup. Alcuni hanno già patteggiato, altri hanno scelto il rito abbreviato sul quale il giudice il giudice si pronuncerà, dopo le richieste del pm, a metà dicembre. L’indagine fu condotta dalla Polizia Municipale di Montecatini, sotto la direzione del sostituto procuratore Giuseppe Grieco. Un’indagine corposa che richiese molto tempo e una innumerevole mole di accertamenti e di incroci di dati che consentirono di comprendere che dietro le telefonate con cui si segnalava la presenza di un cagnolino abbandonato per strada c’era ben altro, e che quel cucciolino era in realtà arrivato da molto lontano e aveva fatto un lungo viaggio in brutte condizioni. I fatti si svolsero tra il 2020 e il 2022. E proprio dalle indagini emersero le modalità con cui il gruppo si era, per così dire, organizzato. Un cinquantenne originario di Ragusa trasportava dalla Sicilia i cuccioli: e qui la Procura ha posto il primo accento nel richiedere il rinvio a giudizio delle persone coinvolte perchè i cuccioli (8 nel primo caso) erano stati trasportati a Montecatini con un mezzo non idoneo (una Multipla). I cagnolini erano senza microchip e stipati in tre gabbie-trasportini, in condizioni igieniche precarie. Nel secondo viaggio dalla Sicilia i cuccioli arrivarono a bordo di un furgone adibito al solo trasporto di persone: finestrini chiusi, niente ciotole e a bordo 33 cagnolini di varie taglie ed età custoditi in 8 trasportini. Nessuno aveva il microchip.
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