Mentre in Inghilterra festeggiano per la salvezza dei duecento cani portati dall'ex marine in salvo dall'inferno dell'Afghanistan, decine di volontarie animaliste afghane ed altri migliaia di cani sono in pericolo di vita. E l'occidente ancora una volta non riesce a capire questo rischio ed ha di fatto escluso quasi tutte le volontarie dagli elenchi delle persone che devono essere salvate. Ma andiamo con ordine, in Afghanistan si ha la conoscenza di una quindicina di rifugi piccoli e grandi dove sono stati raccolti in questi anni i cani ed i gatti randagi, molte di queste strutture erano di fatto realizzate e foraggiate all'inizio dai militari occupanti, ma con il tempo sono molte le volontarie afghane che si sono appassionate alla causa animalista, e diverse le veterinarie ed i veterinari che hanno iniziato un attività di tutela degli animali sul campo. Ora con il crollo del sistema e con in ritorno dei talebani al potere degli animali afghani nessuno si occupa, cosi come nessuno o quasi si sta occupando delle centinaia di volontarie che su tutto il territorio nazionale non possono piu di fatto accudire i randagi. I numeri reali sono sconosciuti, ma quello che ad oggi sappiamo è che le volontarie locali, e con loro centinaia di cani abbandonati a loro stessi sono a rischio vita, e che in molti casi i cani specialmente quelli randagi sono gia stati abbattuti dai talebani che considerano i cani animali impuri alla stessa stregua dei maiali. Non ci sono notizie certe nemmeno sui due allevamenti di suini presenti nella zona di Kabul, anche se si pensa che nel loro caso siano stati subito uccisi. A rischiare la pelle sono anche le volontarie specialmente quelle delle organizzazioni di tutela animali che operavano nei dintorni di Kabul e delle quali spesso sono state distribuite le foto in questi giorni sui social, in maniera scriteriata, aumentano cosi il rischio per la pelle di queste che a tutti gli effetti sono considerate delle collaboratrici degli americani e delle altre forze di invasione. Per loro rimane aperta la strada dei corridoi umanitari, e diverse associazioni stanno lavorando con i consolati delle nazioni confinanti proprio per aprire una prospettiva di soluzione di questo problema, anche se la strada è impervia e la riservatezza d'obbligo.Ancora invece da comprendere fino in fondo la sorte dei cani soldato americani, infatti da una parte le maggiori associazioni animaliste americane accusano di aver fatto sopprimere i cani usati dagli americani, ma il pentagono smentisce, questione questa altrettanto spinosa e di difficile ricerca della verità.