PORDENONE - I campioni, ritrovati in due aree verdi di Pordenone, erano stati inviati in piena estate agli istituti zooprofilattici del Lazio e della Toscana, centri specializzati nel rilevamento di sostanze potenzialmente dannose per animali e persone. E il risultato è arrivato: sia in via Interna che in via Leo Girolami erano state piazzate delle esche velenose che potevano creare danni. Non solo a cani e gatti, ma anche ai bambini che spesso si avventurano per giocare nelle aree verdi in questione. Per questo il Comune, appresa la notizia, ha deciso di disporre due bonifiche urgenti che riguarderanno proprio le aree analizzate dagli istituti zooprofilattici.
I FATTI
Il 6 luglio è pervenuta una segnalazione da parte dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana nella quale si comunicava il ricevimento di campione di un’esca per la rilevazione di presenza di sostanze sospette nocive, contenute in esche rinvenute in una aiuola di via Interna a Pordenone; il giorno dopo sono pervenute tre distinte segnalazioni da parte dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana con le quali si comunicava l’esame ispettivo di materiale nell’apparato digerente di un cane per un sospetto avvelenamento avvenuto in via Leo Girolami a Pordenone, nonché l’analisi per la rilevazione di presenza di sostante sospette nocive contenute in esche rinvenute nella stessa via.
PROCEDURE
L’ordinanza del ministero della salute del 12 luglio 2019 “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati”, prevede che in caso di segnalazioni di bocconi sospetti il sindaco avvii una indagine ed attivi tutte le iniziative necessarie alla bonifica dell’area interessata. Ed è quello che ha fatto il primo cittadino di Pordenone, Alessandro Ciriani. «In via cautelativa - si legge infatti nel provvedimento firmato dal sindaco - si ritiene di procedere in via d’urgenza, con la bonifica delle due aree, anche in considerazione del fatto che le due zone verdi sono altamente frequentate sia da animali che da bambini».
I PRECEDENTI
Le esche, infatti, sono estremamente pericolose in caso di ingestione, sia da parte degli umani che da parte degli animali. Le ultime (trovate in via Leo Girolami e Stradelle) erano state inviate all’Istituto zooprofilattico per le analisi. Uno dei due cani che le ha ingerite, un Setter, era stato subito meglio. L’altro, un meticcio, aveva rischiato di non farcela. Dopo essere stato avvelenato, continuava ad avere attacchi epilettici e fatica a muoversi.
CONTROMISURE
«In zona – aveva sottolineato l’assessore Stefania Boltin – ho fatto apporre dei cartelli con i quali invito i cittadini a passeggio con i loro cani a prestare la massima attenzione. È giusto che tutti facciano la loro parte, che vigilino affinché certi episodi non si verifichino più». Telecamere e controlli non bastano. Per vincere la “guerra” con chi sta riempiendo la città di bocconi avvelenati, sperando che possano essere ingeriti da cani e gatti, l’assessore Stefania Boltin aveva chiesto aiuto anche ai volontari. Al momento il problema sembra essere tornato sotto controllo.