Roma (20 agosto 2017) - Ne avevamo parlato in passato del fenomeno dei preti cacciatori, circa duecento in tutta Italia, almeno stando ai dati riferibili alla stagione di caccia 2014-2015. La figura del prete cacciatore, una figura particolarmente odiosa non solo per gli amanti degli animali ma in generale per la grande maggioranza di fedeli cattolici che ritengono inconcepibile che un sacerdote predichi l'amore dal pulpito e che poi una volta smessi i panni del sacerdote imbracci un fucile per andare a sparare agli uccellini o ai cinghiali. Venne poi la storia di don Luciano Bardesone il parroco cacciatore ed amanti delle armi di Lusigliè in provincia di Torino che aveva in casa diversi fucili e al quale furono rubate due pistole durante una rapina in canonica, che portò alla luce del sole la presenza di questi preti dal grilletto facile. Ora pare che anche grazie ad un intervento "informale" di Papa Francesco sui vescovi delle diocesi dove maggiore è la presenza dei preti cacciatori (Piemonte, Veneto, Toscana ed Umbria) che ha ricordato come sia buona cosa che i preti lascino perdere la pratica della caccia. A poche settimane dall'inizio della nuova stagione della caccia pare siano meno di 40 i preti che hanno rinnovato la licenza di caccia con una diminuzione del 70% rispetto a soli 3 anni fa. "Mancano ancora un po di giorni alla nuova stagione di caccia- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- ma pare che le richieste di rinnovo dei preti cacciatori siano davvero in forte diminuzione sia a causa della loro età avanzata ma anche al discreto intervento di alcuni vescovi che li avrebbero dissuasi a riprendere in mano le armi per sparare ad altre creature di DIO".