sabato 9 maggio 2015

CHIUDERE LE PERRERAS? FORSE E' LA VOLTA BUONA

AIDAA da anni si batte, da sola, o con altri, in difesa della tutela della vita degli animali domestici e per nuovi diritti degli animali in Italia come in Europa. Tra le battaglie che sta portando avanti da più tempo vi è quella della fine della pena di morte per i cani che è ancora legale in molti paesi europei, Spagna e Romania in testa, ma non solo. Per questo al di la delle battaglie di immagine fatte negli scorsi anni da parte di molte associazioni, AIDAA ha scelto la strada forse più impervia ma non per questo meno fruttuosa, quella di lavorare nei fianchi sui regolamenti e sulle diverse visioni dell'applicazione del trattato di Lisbona in merito alla gestione delle politiche europee per la tutela degli animali di affezione. Bene nei giorni scorsi alla sede nazionale è giunta una lettera della presidente della commissione petizioni del parlamento europeo, in merito ad una di queste iniziative apparentemente collaterali e non spettacolari promosse dall'associazione AIDAA, lettera alla quale era allegata la relazione finale a cui era giunta la commissione petizioni dopo la risposta diretta della Commissione Europea. Letta in prima istanza pare l'ennesima lettera scritta in burocratese, invece ad una visione approfondita da parte di esperti legali è emerso che proprio tra quelle parole vi sono gli elementi per poter chiedere definitivamente alla corte europea la condanna dei paesi che praticano la pena di morte per i cani e tutte le altre sevizie consentite dalla legge. Infatti il documento ad un certo punto spiega che l'articolo 13 del trattato di Lisbona: "impone in modo specifico all'Unione ed agli Stati Membri di tenere pienamente conto del benessere degli animali nella formulazione e nell'attuazione delle politiche dell'Unione in determinati settori". Parole che a prima vista potrebbero sembrare di circostanza e che invece nascondono tra le pieghe la formula per poter chiedere la condanna degli stati che non ottemperano a queste condizioni imposte dal trattato. Da qui la decisione di AIDAA nei prossimi giorni di mettere allo studio il settore legale per procedere contro le nazioni che praticano l'eutanasia sugli animali domestici e che hanno nel loro ordinamento leggi che permettono atti crudeli contro gli stessi animali a partire dalla Corrida. 
La battaglia è a una svolta.