sabato 3 dicembre 2022

TREGNANO. PRESO BRACCONIERE SETTANTENNE

 Va a caccia con una carabina ad aria compressa modificata e trasformata in arma, provvista anche di silenziatore. Ora rischia il carcere fino a tre anni, oltre che una multa salata. Un cinquantenne è stato sorpreso in attività di bracconaggio dalla Polizia provinciale in una località collinare di Negrar. Dal controllo degli agenti, l’uomo è risultato intento a cacciare da una postazione fissa, vicino a un capannone, con un fucile acquistato in libera vendita a cui aveva aumentato la potenza. Il bracconiere usava anche richiami elettromagnetici, vietati, per catturare alcuni uccelli che si posavano su alberi a poca distanza. Gli inoltre stata sequestrata anche una gabbia posizionata per la cattura della fauna selvatica. La Polizia provinciale ha inviato le notizie di reato alla Procura per violazione della legge sulla caccia e della normativa sulle armi, in particolare per porto abusivo d’arma, alterazione d’arma e caccia con mezzi vietati. La pena prevista per la violazione in materia di armi prevede da uno a tre anni di reclusione, nonché una multa dai 309 ai 2.065 euro. A novembre, inoltre, è stato sorpreso dagli agenti un altro bracconiere, un settantenne, a Tregnago. Costui stava ispezionando una rete per la cattura di volatili, strumento vietato, per recuperare un pettirosso rimasto intrappolato. Le indagini hanno poi portato a sequestrare all’uomo anche un esemplare di capinera, altra specie protetta. All’uomo sono stati contestati i reati previsti dalla legge 157/1992 per attività venatoria con mezzi vietati a specie non cacciabili. Rischia l’arresto fino a un anno o un’ammenda da 774 a 2.065 euro. «Condanniamo fermamente le attività di bracconaggio e questi metodi in spregio a ogni regola che fanno soffrire gli animali, li considerano un bottino e danneggiano l’immagine di tutti i cacciatori che operano diversamente e correttamente», commenta il presidente del Comprensorio Alpino di Negrar, Giacomo Dino Fedrighi. «Non si confondano i bracconieri con i cacciatori: sarebbe come considerare tutti gli automobilisti dei pirati della strada». Fedrighi è anche presidente dell’Unione provinciale cacciatori veronesi che raggruppa 25 istituti venatori. «Oggi la caccia è profondamente cambiata, in mentalità e modalità operative», sottolinea. «I cacciatori conoscono, amano e presidiano il territorio, osservano gli spostamenti degli animali in determinati territori e ne registrano i cambi di abitudini. In Valpolicella, ad esempio, avvistano con sempre maggiore frequenza esemplari di caprioli. Infine, collaborano sia con le istituzioni che con i veterinari per il contenimento e il controllo di determinate specie selvatiche in esubero, come i cinghiali».•.