roma (25 giugno 2019) Come ogni anno oltre alle centinaia di cani e gatti che vengono abbandonati, vi è una pratica di abbandono di animali , di cui si parla poco, considerati da molti come una pratica di abbandono di animali minore, stiamo parlando degli abbandoni che in questi mesi interessano tutti gli altri animali che non rientrano nella specie di cani o gatti. In particolare questa pratica interessa sopratutto tre specie: tartarughe d'acqua, conigli d'affezione e pesci d'acquario. Per quanto riguarda i conigli, sono poche centinaia quelli abbandonati e comunque non sopravvivono essendo abituati in cattività, per quanto riguarda invece i pesci d'acquario non possono essere fatte stime esatte, ma sono sicuramente decine di migliaia ogni anno quelli che nei mesi estivi vengono gettati in fiumi e torrenti, senza guardare alla differenza tra pesci di acqua dolce e pesci marini, a riprova vi sono le scale dei pesci di molti fiumi italiani dove sono presenti mediamente oltre cento specie non autoctone, e quindi immesse, anzi abbandonate dall'uomo. Diversa la situazione per le tartarughe d'acqua, seppur vero che negli ultimi anni il numero degli abbandoni è leggermente in calo, anche grazie alle nuove normative che ne vietano la vendita per alcune specie, rimane il fatto che ogni estate i laghetti dei parchi di mezza ITALIA e perfino le fontane pubbliche si riempiono di queste tartarughe con le "orecchie" cioè delle macchie laterali sulla testa rosse (vietate e protette) e gialle che acquistare nei negozi piccole, vengono poi abbandonate in quanto difficili da gestire. Quante sono quelle abbandonate? Non meno di 100.000 in tre anni. E' una pratica di abbandono vera e propria pari se non superiore a quella di cani e gatti.