lunedì 10 giugno 2019

CANI TORTURATI, AVVELENATI E POI GETTATI NEL POZZO

LIVORNO. I suoi cani sarebbero morti dopo essere stati avvelenati e picchiati. Uccisi in modo barbaro prima di essere gettati in un pozzo. È una storia di inaudita violenza e crudeltà quella che arriva da Montenero. Gli animali – due meticci e un levriero, fra i 9 e gli 11 anni – si chiamavano Kingo, Angel e Thelma ed erano stati adottati da Stefano Martinelli, un commerciante che con grande amore si è preso cura di loro dopo una vita sfortunata. Purtroppo, però, i suoi «figli» hanno perso la vita qualche settimana fa, quando il loro padrone dopo averli cercati dappertutto li ha trovati immersi nell’acqua.

Non ha saputo trattenere le lacrime: erano la sua famiglia. Angel ad esempio era un meticcio di galgo spagnolo ed era stato adottato dopo che una banda di criminali lo aveva spremuto e quasi ammazzato per trarne profitto con delle corse clandestine. Per due anni non si è mai fatto toccare. Poi aveva guadagnato la sua fiducia. Il cinquantatreenne al suo ritorno a casa ha trovato solo due dei suoi sei animali. Di Kingo, Angel e Thelma non c’erano tracce, mentre un quarto era riuscito a scappare per poi farsi catturare dalla polizia municipale. Gli altri due – un maschio e una femmina – si erano nascosti riuscendo a salvarsi.



«Abbiamo capito subito che c’era qualcosa che non andava», spiega Stefania Tamberi, la presidente dell’associazione “Facciadabeagle”. Così Martinelli ha deciso di pagarsi tre autopsie alla clinica veterinaria dell’Università di Pisa, a San Piero Grado. Ottenendo conferma dei suoi sospetti. «Il referto tossicologico è positivo agli anticoagulanti», mette nero su bianco il professor Carlo Cantile. «Scompenso cardiocircolatorio con probabile intossicazione da sostanze xenobiotiche ad attività anticoagulante», si legge nel referto. Gli esami di laboratorio hanno escluso che le tre bestiole possano essere morte per annegamento, dato che nei polmoni non c’erano tracce d’acqua.

«Ora temo per la mia vita – sostiene Martinelli – perché chi fa certe cose non credo possa fermarsi agli animali. Ho paura». L’uomo ha sporto denuncia per uccisione di animali alla polizia provinciale. «Sospetti? Li ho, ma li tengo per me», dice. Per questo il 22 giugno le associazioni animaliste scenderanno in piazza del Municipio per chiedere giustizia per Kingo, Angel e Thelma. «Il nostro obiettivo – continua Tamberi – è convincere i vicini di Stefano a parlare. Quanto accaduto è atroce: nella civile Livorno ci sono delle persone che hanno stordito degli animali con un topicida per poi picchiarli e gettarli in un pozzo già morti. Un atto di crudeltà senza precedenti».

Alla manifestazione parteciperanno le associazioni AnimAnimale di Brunetta Tori, Ata Pc onlus Livorno di Simona Bertotto, Facciadabeagle, Alma Libre Rescue onlus di Elisabetta Laghi e gli Animalisti italiani. Ma anche Rifugio di Mea, l’associazione Gino e dintorni di Campiglia Marittima, la Lega del Cane di Grosseto guidata da Veronica Ciani e l’associazione Mici felici di Cecina di Francesca Fiori. I promotori hanno già aperto una pagina Facebook per invitare tutti all’iniziativa, che si terrà dalle 18 alle 20 davanti al Comune. —

LIVORNO. I suoi cani sarebbero morti dopo essere stati avvelenati e picchiati. Uccisi in modo barbaro prima di essere gettati in un pozzo. È una storia di inaudita violenza e crudeltà quella che arriva da Montenero. Gli animali – due meticci e un levriero, fra i 9 e gli 11 anni – si chiamavano Kingo, Angel e Thelma ed erano stati adottati da Stefano Martinelli, un commerciante che con grande amore si è preso cura di loro dopo una vita sfortunata. Purtroppo, però, i suoi «figli» hanno perso la vita qualche settimana fa, quando il loro padrone dopo averli cercati dappertutto li ha trovati immersi nell’acqua.

Non ha saputo trattenere le lacrime: erano la sua famiglia. Angel ad esempio era un meticcio di galgo spagnolo ed era stato adottato dopo che una banda di criminali lo aveva spremuto e quasi ammazzato per trarne profitto con delle corse clandestine. Per due anni non si è mai fatto toccare. Poi aveva guadagnato la sua fiducia. Il cinquantatreenne al suo ritorno a casa ha trovato solo due dei suoi sei animali. Di Kingo, Angel e Thelma non c’erano tracce, mentre un quarto era riuscito a scappare per poi farsi catturare dalla polizia municipale. Gli altri due – un maschio e una femmina – si erano nascosti riuscendo a salvarsi.

«Abbiamo capito subito che c’era qualcosa che non andava», spiega Stefania Tamberi, la presidente dell’associazione “Facciadabeagle”. Così Martinelli ha deciso di pagarsi tre autopsie alla clinica veterinaria dell’Università di Pisa, a San Piero Grado. Ottenendo conferma dei suoi sospetti. «Il referto tossicologico è positivo agli anticoagulanti», mette nero su bianco il professor Carlo Cantile. «Scompenso cardiocircolatorio con probabile intossicazione da sostanze xenobiotiche ad attività anticoagulante», si legge nel referto. Gli esami di laboratorio hanno escluso che le tre bestiole possano essere morte per annegamento, dato che nei polmoni non c’erano tracce d’acqua.

«Ora temo per la mia vita – sostiene Martinelli – perché chi fa certe cose non credo possa fermarsi agli animali. Ho paura». L’uomo ha sporto denuncia per uccisione di animali alla polizia provinciale. «Sospetti? Li ho, ma li tengo per me», dice. Per questo il 22 giugno le associazioni animaliste scenderanno in piazza del Municipio per chiedere giustizia per Kingo, Angel e Thelma. «Il nostro obiettivo – continua Tamberi – è convincere i vicini di Stefano a parlare. Quanto accaduto è atroce: nella civile Livorno ci sono delle persone che hanno stordito degli animali con un topicida per poi picchiarli e gettarli in un pozzo già morti. Un atto di crudeltà senza precedenti».