giovedì 31 gennaio 2019

CESENA. SETTE CACCIATORI ARRESTATI PER BRACCONAGGIO.

Cesena, 30 gennaio 2019 - Il business dei volatili. Sono finiti prima in carcere e poi agli arresti domiciliari sette cacciatori ed ex-cacciatori (tra cui un ex poliziotto di Gatteo di Cesena, subito scarcerato) per aver messo in piedi un mercato illegale di uccelli da richiamo, con estensione nazionale.
Le plurime e pesanti accuse a carico dei sette indagati vanno dall’associazione a delinquere (solo per tre di essi, difesi dagli avvocati Nico Bartolucci e Fabrizio Briganti) al furto aggravato di uccelli attraverso l’illecita cattura in ore notturne con reti e strumenti di richiamo (per quattro di loro) e alla ricettazione (per tutti).
Tra gli accusati, detenuti agli arresti domiciliariun 52enne di Cesena (che sarebbe l’ideatore del complotto, il cosidetto capobanda), un 49enne di Cesenaticoun 63enne di Cerviaun 57enne di Gatteo (l’ex poliziotto accusato di ricettazione), un 57enne di Arezzo, un 50enne di Vittorio Veneto e un 49enne di Treviso. Ai sette indagati se ne aggiungono poi altri due per i quali non è scattata la misura cautelare del carcere prima, e degli arresti domiciliari poi: sono un 55enne di Gambettola e un 49enne di Napoli indagati per ricettazione e tuttora a piede libero.
Le nove persone finite nei guai si erano unite, secondo l’accusa, per commettere reati di furto di avifauna (in particolare tordi) con lo scopo di commettere ricettazione immettendo nel mercato illegale gli uccelli catturati vivi, traendo così profitto dalla vendita attraverso l’attività commerciale di altri. I piccoli volatili catturati venivano venduti da due commercianti nei loro negozi (si tratta dei due indagati a piede libero) per essere usati come uccelli da richiamo.
I fatti illeciti si sono svolti tra ottobre e novembre 2018 prevalentemente nell’area del Delta del Po (Codigoro e Comacchio), una delle zone più importanti di sosta, svernamento e riproduzione di uccelli migratori e acquatici, ma anche a Cesena, Cesenatico, Gambettola e Trento.
I reati sarebbero stati commessi fra ottobre e novembre 2018. Ci sono intercettazioni telefoniche che incastrerebbero gli indagati; attraverso queste intercettazioni, la polizia giudiziaria ha iniziato una serie di appostamenti e pedinamenti e ha colto la banda in flagranza di reato: i cacciatori si appostavano nelle ore notturne e mediante reti e richiami acustici che riproducevano il suono degli uccelli e ne intrappolavano centinaia. Solo 78 nell’unica serata di magra, come risulta dagli atti. . Sono anche stati trovati vecchi registratori di oltre 40 anni che riproducevano il suono degli uccelli.

L’indagine, partita da Trento, è ora nelle mani della procura e del giudice per le indagini preliminari di Ferrara, lo stesso che ha firmato l’ordinanza per far uscire dal carcere i sette indagati, applicando la più blanda misura cautelare degli arresti domiciliari. Ora c’è la possibilità per i legali degli indagati di rivolgersi al tribunale della Libertà competente contro la misura applicata dal gip.