Roma (16 gennaio 2019) - In Italia ci sono sette milioni di famiglie che possiedono almeno un cane, compresi i cani da caccia, circa 1000 canili pubblici e consortili e altrettanti rifugi privati o gestiti direttamente dalle associazioni locali e nazionali che detengono complessivamente circa 150.000 cani, per ogni cane detenuto il comune di riferimento spende circa 1.000 (*) euro all'anno che moltiplicato per sette anni in cui in media un cane sta in canile fa settemila euro a cane il che equivale a un giro di affari di 150 milioni di euro ogni anno. Inoltre ogni anno entrano in canile per abbandono circa 23.000 cani e ne escono altrettanti, a fronte di una popolazione di circa 700.000 randagi sparsi sul territorio del centro e sud Italia.Il problema però e che almeno 3.400 comuni specialmente nelle regioni del sud non pagano da anni per le decine di cani ospiti nei canili e che questo ha creato un buco di oltre 300 milioni di euro il che sta portando di fatto al collasso il sistema dei canili cosi come oggi viene inteso, e basta leggere le pagine dei giornali o gli appelli social per scoprire che ogni settimana almeno un canile pubblico e un paio di rifugi privati sono a rischio chiusura. "Siamo davvero di fronte ad un emergenza vera la quale è destinata a peggiorare a causa delle ristrettezze di bilancio dei singoli comuni anche grazie ai continui tagli- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- e governo e regioni non battono ciglio, non mi meraviglio se tra un anno o due si tornerà a parlare di eutanasia per i randagi, spero non succeda mai, ma sono davvero preoccupato".
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