Nella parte trentina del Parco dello Stelvio è partita la caccia al cervo. A stabilirlo è stata la Giunta della Provincia autonoma di Trento con una delibera, emanata lo scorso 13 ottobre ed entrata in vigore martedì 7 novembre, in linea con il “Piano di conservazione e gestione del cervo 2022-2026” pensato per ridurre il numero degli ungulati nell'area protetta. La questione è annosa tanto che il settore trentino del Parco Nazionale dello Stelvio, come spiegato dalle autorità, "ha da tempo iniziato ad affrontare la problematica delle elevate densità di cervo nel proprio territorio e degli impatti esercitati sugli ecosistemi e sulle attività economiche".
La legge quadro nazionale sulle aree protette vieta “la cattura, l’uccisione, il danneggiamento ed il disturbo di animali selvatici nelle aree protette con la classificazione di parchi nazionali e perciò anche la caccia". Sono previste delle deroghe, come in questo caso, necessarie per "mitigare e ridurre gli squilibri ecologici" provocati dalla sovrabbondanza di ungulati. Fondamentale nelle operazioni è l'apporto dei cacciatori, definiti "coadiuvanti". Già forti, a poche ore dall'avvio delle operazioni, le critiche di numerose associazioni animaliste.
Approvato da Ispra
Il progetto, approvato dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale), in realtà risale al 2008, ma che era stato sospeso per diverso tempo a causa di alcuni ricorsi e di inverni particolarmente rigidi che avevano provocato un’elevata mortalità naturale dei cervi nella zona. Il numero di esemplari nella parte del Parco dello Stelvio trentina (che "tocca" anche le province di Sondrio, Bolzano e Brescia) era poi tornato a crescere, fino a quando l’anno scorso è stato elaborato il nuovo piano di conservazione e gestione per il quinquennio 2022-2026.
Piano che entra in vigore adesso e che prevede due fasi: durante la prima, sperimentale, si potranno prelevare a fini di controllo fino a 180 cervi all’anno dall’area protetta. Nel triennio successivo, questo numero potrebbe arrivare ai quattrocento prelievi all’anno, in base alle valutazioni che verranno fatte dopo la prima fase.
Quasi 3000 cervi
L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre la presenza di esemplari sul territorio, oggi considerato troppo elevato e dannoso sia per l’ambiente che per altre specie, in particolare per caprioli e camosci (dimezzati negli ultimi venti anni) con i quali, espandendosi, i cervi entrano in competizione. Secondo una stima, nella sola val di Sole ci sono circa 2900 cervi, di cui ben 1880 all’interno del parco. Un numero, quest’ultimo, che andrebbe quasi dimezzato, raggiungendo la soglia di circa 900 esemplari all’interno della zona.