lunedì 14 dicembre 2020

PESARO. POLPETTE AVVELENATE PER I CANI DA TARTUFO

 È stato necessario l’intervento dell’Unità Cinofila Antiveleno del Reparto Carabinieri Forestale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini per bonificare dai bocconi avvelenati la zona del torrente Apsa di San Donato e i fossi laterali, al confine tra i comuni di Peglio e Urbino. All’imbocco di diversi stradini di quell’area erano state infatti notate nei giorni scorsi polpette di carne macinata confezionate con l’aggiunta di granuli di colore blu, presumibilmente veleno anti lumaca, destinate con ogni probabilità a cani.

Ad accorgersi e a sporgere denuncia sono stati dei tartufai che in questo periodo quotidianamente battono quei percorsi alla ricerca del pregiato tartufo bianco. Sull’episodio indagano i Carabinieri Forestale di Mercatello sul Metauro e di Urbino: "La forte rivalità che storicamente caratterizza i cercatori di tartufo sembra essere alla base dell’azione criminale – hanno scritto in una nota – soprattutto quando la stagione non risulta molto favorevole per la crescita del prezioso tubero; l’obiettivo era quello di creare una generale situazione di pericolo per i cani addestrati alla ricerca dei tartufi, tanto da limitare al minimo l’afflusso nella zona dei cercatori". Nel caso avvenuto lungo l’Apsa non si hanno notizie di cani che abbiano mostrato sintomi di avvelenamento a seguito di ingestione di questi bocconi; i cercatori sono riusciti a rimuovere in tempo le polpette trovate dai cani durante la cerca "ma una condotta criminale di questo tipo – continuano i Carabinieri Forestale – mette in serio pericolo non solo gli animali domestici ma anche gli animali selvatici presenti nella zona. L’utilizzo di esche e bocconi avvelenati, da cui dovesse derivare la morte di un animale sia esso domestico che selvatico, è una condotta punita come "uccisione di animale" del Codice Penale che prevede la pena della reclusione da tre a diciotto mesi".