lunedì 6 novembre 2017

PRETE MILANESE A PROCESSO. AVEVA SPARATO AI PICCIONI

Milano, 6 novembre 2017 - Ora il prete "cecchino" rischia il processo. Era metà agosto quando un sacerdote ucraino chiamato alla sostituzione estiva di parroco e vice nella chiesa San Paolo di piazza Caserta, zona Istria, forse per un colpo di caldo un pomeriggio imbracciò un fucile a pallini sparò facendo fuori due piccioni e ferendone un terzo che se ne stavano tranquillamente sul muro che separa il cortile interno della parrocchia dalla strada. Sfortuna (sua) volle che ad assistere da un balcone all’estemporanea esibizione di mira fossero due residenti nel quartiere. Di lì a qualche giorno, così, i vigili del Nucleo tutela animali si presentarono alla San Paolo e il vice parroco dovette convincere il suo sostituto a consegnare arma e munizioni. Concluso il blitz, gli agenti inoltrarono subito un sintetico rapporto al comandante del corpo Paolo Ghirardi e all’assessore comunale alla Sicurezza Carmela Rozza. Passati due mesi, completati gli accertamenti necessari e curato (dalla presidente di NoiAnimali) il volatile ferito a un occhio, il sacerdote 43enne rischia ora di ritrovarsi a processo per maltrattamento di animali «avendo senza necessità - recita il capo d’imputazione - causato la morte di piccioni terraioli» impiegando «un fucile ad aria compressa Umarex 850 Air Magnum dotato di pallini RWS modello R10». Carabina ad aria compressa in vendita nei negozi specializzati a meno di 300 euro e senza bisogno di licenza. Tuttavia, oltre a doversi difendere dall’accusa di aver ucciso i pennuti, il prete dovrà trovare una giustificazione anche per aver violato un paio di artcioli della legge che tutela la fauna selvatica e che non prevede l’utilizzo di un fucile come quello usato dal “don” e nemmeno che si possa sparare in pieno agosto, quando la caccia è vietata.