Occhi puntati su Selva dei Molini, in Valle Aurina. In quest’area, che arriva a toccare i comuni confinanti, si concentra la richiesta della Provincia per l’abbattimento dei lupi. Di fatto, sarebbe il primo caso in Alto Adige, a poco più di due mesi dall’approvazione della legge che facilita il prelievo di esemplari problematici e una volta arrivata la certezza che Roma non avrebbe impugnato il provvedimento (aspetto su cui peraltro si intravede una sintonia tra Fratelli d’Italia e Svp).
Il via libera
Le carte (o meglio le Pec) sono partite e ora la palla è in mano all’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Questa volta però, proprio in virtù della nuova legge, cambiano le tempistiche: se entro il 2 settembre (cioè 15 giorni dopo la richiesta) non arriverà nessun parere, l’Istituto sarà bypassato e il presidente Arno Kompatscher potrà procedere con l’ordine di prelievo. Era questa una delle novità principali del ddl, oltre che un punto fortemente contestato dalle opposizioni insieme al fatto che si potrà abbattere un esemplare qualunque anche se non direttamente responsabile della predazione «se i danni non possono essere attribuiti a un lupo specifico». Ed è proprio questo il caso, come sottolinea il presidente del Bauernbund, Leo Tiefenthaler: «La richiesta è arrivata all’Ispra, speriamo di poter cominciare presto. Sarebbe impossibile monitorare ogni singolo lupo visto che fanno decine di chilometri al giorno. Quindi la possibilità è di cacciare il primo esemplare che vediamo». Quella sulla gestione dei grandi predatori è da sempre una battaglia dell’associazione dei contadini: «È vero, si poteva fare qualcosa di più prima, ma ora siamo contenti così. Abbiamo visto abbastanza negli ultimi mesi, non solo in Alto Adige ma anche in Tirolo, Trentino, Baviera. Tutte le regioni hanno gli stessi problemi» ricorda ancora Tiefenthaler.