giovedì 4 marzo 2021

PARTITI ANIMALISTI O ARRIVISTI? (IN ITALIA CI SONO OTTO SIGLE SPESSO IN GUERRA TRA LORO)

 In Italia abbiamo otto sigle che possono in qualche modo essere definite come partiti o movimenti politici animalisti o ecoanimalisti. Otto sigle che vanno dal movimento animalista di Michela Brambilla, che nel tempo è passato dall'essere un soggetto politico vero e proprio a una costola politica dell'associazione diretta dalla stessa deputata di Forza Italia, e che arrivano al movimento Rispetto per gli animali- Ora che seppure non definendosi un partito politico alle ultime elezioni  politiche aveva tentato di partecipare raccogliendo le firme necessarie senza peraltro riuscirvi, vi sono poi i due partiti animalisti , PAI e PAE che in qualche modo si sono presentati a diverse competizioni elettorali, ottenendo risultati scarsi sotto il profilo numerico, ma apprezzabili tenendo conto della scarsa presenza sul territorio, discorso a parte le liste che si sono presentate alle ultime regionali che hanno ottenuto in regione Campania un consigliere regionale, che però arriva dalle file di un movimento che si era alleato con una branca locale del partito Animalista. Vi sono poi sigle di cui non si ha notizia di partecipazioni alle competizioni elettorali quali il Partito Ambientalista, il Partito Ecoanimalista e il Partito Animalista ed Ambientalista e ultimamente sta crescendo almeno stando a quanto si legge in giro il movimento di Rivoluzione Animalista, e ho la sensazione di aver scordato qualche ulteriore sigla minore, che se ritiene può comunicarci la sua esistenza. Insomma una miriade di partiti e sigle alcune delle quali che non si sono mai presentate alle elezioni, manco di circoscrizione e quelle che si sono presentate (a parte alcune esperienze locali dove la sigla era accomunata ad altri movimenti ecologisti) hanno ottenuto risultati che quasi mai hanno superato un punto- un punto e mezzo percentuale, insomma la cosi detta cifra da prefisso telefonico. Ma quali sono le motivazioni che hanno portato non solo alla eccessiva frantumazione delle liste e delle sigle ma a non ottenere praticamente mai una vittoria sul campo se non ripeto in casi singoli e grazie ad accordi che hanno ben poco a che spartire con il mondo e gli ideali animalisti? Sono diversi i motivi che possiamo dividere in due filoni. Per non farla troppo lunga il primo è dettato dalla limitazione numerica di possibili elettori, che se è vero che nei primi sondaggi di alcuni anni fa relativi al movimento della Brambilla erano addirittura oltre il 10% (ma poi si sono dimostrati essere inesatti e mai confermati in quanto il movimento in quanto tale non si è mai presentato alle elezioni) , limitazione dovuta al fatto che molti animalisti e proprietari di animali o non votano o si riconoscono in formazioni politiche più tradizionali che hanno al loro interno esponenti che si rifanno alle esperienze delle maggiori associazioni animaliste ed ambientaliste presenti nel variegato universo frastagliato dell'ambiente, ma va detto a onore del vero che tali limitazioni numeriche sono abbastanza diffuse nei cosi detti partiti monotematici, basti pensare alle cifre massime raggiunte ad esempio dal partito pensionati, che pur facendo riferimento ad un universo potenzialmente enorme di elettori non è mai andato oltre il 2,5% nelle competizioni elettorali nazionali ed europee. Il secondo filone che di fatto ha provocato la frantumazione delle liste animaliste o dei presunti partiti è l'arrivismo ed il personalismo di alcuni esponenti che hanno visto bene di fondare partiti sulle singole persone o su gruppi che in alcuni casi non superano la ventina di persone in tutta Italia, appare evidente che questa parcellarizzazione non porta proprio da nessuna parte. C'è spazio in Italia per un partito animalista? Crediamo che lo spazio di agibilità politica nazionale e locale esista, ma per un solo partito animalista e che debba lavorare sodo per potersi garantire una rappresentanza di tribuna nel parlamento, che con la diminuzione dei parlamentari diventa ancora piu difficile da ottenere, ma è al livello locale che dobbiamo guardare per il futuro, perchè la creazione di una vera classe dirigente non può che passare dal livello locale, un partito animalista che sia tale non può che crescere solo attraverso le competizioni locali, amministrative e regionali, e poi solo dopo puntare alla rappresentanza nazionale ed europea. E' una strada lunga e difficile, per la quale crediamo che ad oggi non esista alternativa, serve un partito animalista? Forse si. Serve una miriade di sigle alcune delle quali senza reale seguito popolare? ASSOLUTAMENTE NO.



alcuni simboli dei partiti animalisti in italia ed europa