giovedì 10 ottobre 2019

CORTINA. IL PASTICCERE SI DIFENDE: VOLEVO UCCIDERE UN TOPO

CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO) «Mi dispiace davvero molto. Ma si tratta solo di un grande fraintendimento», assicura Guerrino Ghedina. È scosso. Sui social si è ritrovato vittima di minacce, di insulti e di tentativi di boicottare il suo locale, la pasticceria Lovat, probabilmente la più famosa di Cortina d’Ampezzo, che dal 1938 attira turisti più o meno Vip in pieno Corso Italia, la via dello struscio. «Sto leggendo... Scrivono cose terribili, sul mio conto. Questa faccenda finirà col rovinarmi», spiega questo 62enne con un passato da grande sportivo: negli anni Ottanta partecipò a due campionati mondiali di bob e alle Olimpiadi di Sarajevo del 1984. Insomma, Ghedina è un tipo abituato alle sfide. Ma ora è chiamato a tentare un’impresa davvero disperata: riscattare l’immagine della pasticceria (oltre al proprio buon nome, ovviamente), dopo la figuraccia dei passerotti uccisi in una trappola cosparsa di colla che lui stesso aveva piazzato sulla veranda del locale.
La vicenda
Un passo indietro. Venerdì 13 settembre un cliente triestino, in vacanza a Cortina con la moglie, decide di sedersi nella terrazza del Lovat e ordinare caffè e pasticcini. «È lì che ho notato alcuni uccellini che sbattevano le ali sopra uno dei parapetti», ha raccontato. Solo avvicinandosi, ha capito: «C’era un’asse di legno cosparsa di colla. La trappola aveva già catturato un passerotto. Poco più in là, altra colla e altri tre o quattro volatili bloccati. Alcuni parevano già morti». Dopo aver liberato uno degli animali, il turista è andato ha chiesto spiegazioni proprio al gestore della pasticceria. «Ha portato via le due assi. Di fronte alle mie rimostranze, mi ha risposto: “Sono stufo, qua ne vengono 20-30 al giorno”. È assurdo». Insomma, la tesi è che Ghedina abbia disposto le trappole per non far avvicinare i passerotti ai clienti.
Le indagini dei carabinieri
Se le cose siano andate davvero in questo modo, dovranno stabilirlo i carabinieri, visto che il cliente ha sporto denuncia. «Dovrò trovarmi un avvocato - ammette il titolare - ma le cose, in realtà, sono andate diversamente».
La versione del gestore della pasticceria
La sua versione parte da ben prima dell’arrivo a Cortina del turista e di sua moglie. «C’era un topolino che, a quanto pare, era attirato proprio dal mio locale. Il Lovat è una pasticceria signorile, non posso permettere che i clienti si ritrovino davanti un ratto. Solo per questo ho comprato quelle tavole di legno cosparse di una sostanza appiccicosa: non sono altro che trappole per topi. E soltanto a questo dovevano servire, non certo a catturare dei passerotti...». Resta che a restare imprigionati sono stati proprio i poveri uccellini. «Quella mattina - spiega Guerrino Ghedina - avevo dimenticato di togliere quelle assi e così sono rimasti incollati i volatili. Purtroppo era inevitabile che accadesse, visto che qui ne girano parecchi. Era esattamente questo, e nessun altro, il senso della frase con la quale ho risposto al cliente che mi accusava di voler uccidere gli animali». Il gestore del Lovat continua a ripetere di essere dispiaciuto per ciò che è accaduto. «L’ho spiegato anche ai carabinieri, spero mi credano...».
Il caso diventa politico
Intanto del caso discute anche la politica, con i consiglieri di centrosinistra che chiedono alla Regione di costituirsi parte civile in un eventuale processo contro Ghedina «essendo stata distrutta della fauna selvatica, che è patrimonio indisponibile dello Stato».