lunedì 4 febbraio 2019

CACCIA AL KILLER DEI GATTI DI SAN MARINO

San Marino, 4 febbraio 2019 - Allarme a San Marino per il cecchino dei gatti. E’ l’Apas, Associazione protezione animali, che denuncia «gravi atti di maltrattamento» di animali domestici, gatti appunto. Presi a fucilate, con una carabina a pallini, negli ultimi mesi. «Due casi si sono verificati a Murata, tra fine novembre e inizio dicembre – spiegano dall’associazione – e uno in questi giorni a Faetano, ai vittima un gatto di proprietà, al quale era stato sparato anche tempo prima». E’ emerso dagli accertamenti radiologici fatti dal veterinario, che ha rilevato pallini anche in alttre parti del corpo rispetto a quelli delle ferite recenti.
«Che per fortuna non sono state fatali all’animale, ma hanno comportato gravi sofferenze», aggiungono. Uno dei gatti presi di mira dal ‘serial killer felino’ è rimasto paralizzato nella parte posteriore, «e ora vive da invalido, accolto da una delle nostre volontarie, Barbara, in quanto i proprietari, una coppia di anziani, in queste condizioni non poteva più seguirlo», come fa sapere la presidente Apas, Emanuela Stolfi. Si tratta di un «pericoloso individuo che con una carabina, probabilmente dalla finestra di casa», dichiara Stolfi. Dai referti risulta che le armi usate sono fucili ad aria compressa e carabine. Queste ultime «estremamente pericolose poiché in grado di colpire a distanze molto elevate», sottolinea l’Apas. I proprietari dei gatti hanno sporto denuncia, circostanziando i fatti e esprimendo eventuali sospetti, chiedendo indagini mirate per risalire ai colpevoli. Gli animalisti ricordano che il maltrattamento e l’uccisione di un animale «anche a San Marino è un reato ai sensi dell’articolo 282 del Codice penale, punibile anche con l’arresto».
L’associazione protezione animali è intenzionata a presentare un esposto alla magistratura e chiederà un incontro con il colonnello della Gendarmeria. «Auspichiamo che questi atti non restino impuniti – conclude Stolfi – ed esortiamo la magistratura a non sottovalutarli, perché sintomo non solo di impoverimento culturale, ma anche di malessere individuale che può essere pericoloso anche per gli esseri umani. Chiediamo una indagine attenta da parte delle forze dell’ordine per accertare i colpevoli, e verificare l’uso improprio di armi da caccia dalle abitazioni o vicino alle stesse».