giovedì 21 giugno 2018

MAFIA NEI CANILI. 11 ARRESTI IN CALABRIA. AIDAA: GIUSTIZIA E' FATTA!!

Reggio Calabria (21 giugno 2018) - "E' con viva soddisfazione che apprendiamo la notizia dell'arresto di 11 persone tra cui il direttore del servizio veterinario della ASP di Reggio Calabria Antonino Ammendola in relazione alle infiltrazioni della cosca Zagari-Fazzalari-Viola della N'drangheta nel business dei canili anche perchè primi tra tutti noi di AIDAA abbiamo consegnato nel 2010 un dossier sulla gestione di 84 canili e rifugi privati gestiti direttamente dalle organizzazioni malavistose attraverso prestanomi tra i quali i canili di cui si parla in questa inchiesta della direzione distrettuale antimafia calabrese" Questa la dichiarazione del presidente nazionale di AIDAA Lorenzo Croce firmatario del primo dossier sulla gestione malavitosa di diversi canili del centro sud Italia inviata nel 2010 a diverse procure della repubblica del sud Italia. In quel dossier AIDAA metteva in evidenza sia i vari business legati alla gestione dei canili da parte della malavita organizzata e stimava in 22 milioni di euro l'anno il giro di affari che ruota intorno a queste attività malavitose sulle pelle dei cani. Ora dopo 8 anni arrivano i primi riscontri con l'arresto di undici persone tra cui il direttore dei veterinari pubblici di Reggio Calabria. 


IL COMUNICATO DEL 2010 PUBBLICATO DA DIVERSI GIORNALI 

Non solo traffici illeciti e pizzo, tra le forme di business della malavita organizzata adesso rientrano anche i canili. Lo rivela una ricerca di Aidaa, durata tre anni, che si è conclusa con una denuncia a diverse procure del sud Italia e delle Isole sugli 82 canili privati gestiti direttamente o attraverso fiduciari dalla malavita. 

I rifugi per i fedeli amici dell'uomo sono concentrati soprattutto in Campania, Lazio, Puglia, Calabria e Sicilia, ma non mancano casi nel centro-nord Italia.Spesso i caili in questione sono già stati riconosciuti come "lager" dove gli animali sono tenuti in condizioni pessime sotto il profilo igienico-sanitario. In questi contesti la popolazione canina è in forte sovrannumero e non è possibile a pubblico ed associazioni animaliste entrare per controllare lo stato di benessere degli animali né adottare i cani che rappresentano per i gestori una fonte di reddito non indifferente. 
egli 82 canili lager sono presenti 35.000 cani rispetto ad una capienza massima consentita di poco inferiore ai 20.000 animali. 

Fonti di guadagno - La malavita oltre a gestire il flusso di denaro pubblico per il mantenimento dei cani (molti dei quali morti ma presenti sui registri  che si aggira complessivamente sui 22 milioni di euro in entrata rispetto a meno di un terzo spesi per il reale mantenimento dei cani, gestisce anche altre attività illegali assolutamente redditizie quali la vendita dei cani a paesi esteri destinati alla vivisezione o in caso di cuccioli ad essere venduti in Germania (per ogni cucciolo si guadagnano fino a 200 euro) o in altri paesi del Nord Europa. Tra le altre attività criminose vi sono i combattimenti clandestini con giri di affari per decine di milioni di euro l’anno. 

Lorenzo Croce, presidente nazionale di Aidaa, ha spiegato che la malavita usa i canili come "centro di business clandestino, infatti oltre ad introitare soldi puliti dai comuni per il mantenimento dei cani, business che permette guadagni a sette cifre, il vero giro di affari loschi sta nella vendita dei cani verso i paesi del nord Europa e nei cani ospitati nei canili usati spesso anche nei combattimenti clandestini, fenomeni questi ultimi che fanno lievitare i guadagni della malavita organizzata a cifre superiori ai 100 milioni di euro l’anno”.