Non c’è tregua per la guerra del tartufo, che dalle colline di Frisa, Crecchio, Poggiofiorito e Lanciano (Chieti) è dilagata fino a Pretoro e Rapino. E a farne le spese sono i cani da tartufo.
Dopo gli avvelenamenti con bocconi alla stricnina, come accertato dagli esami dell’istituto zooprofilattico di Teramo nella primavera dello scorso anno, in questi giorni personaggi senza scrupoli disseminano le tartufaie con wurstel avvelenati, infilzati con degli stuzzicadenti. Questi pezzetti di legno, spiegano gli esperti, una volta ingeriti, assieme ai bocconi avvelenati, non consentono agli animali di espellerli in alcun modo, neppure con il vomito forzato. Ed è così che i cani da tartufo muoiono, tra atroci dolori, e sotto lo sguardo impotente dei padroni. Sull’ultimo episodio indagano i carabinieri forestali.
Da questa strage annunciata, si salvano soltanto i cani che indossano il mozzo e che, quindi, non possono ingerire bocconi durante il lavoro nei terreni a caccia di tartufi. I controlli non ci sono, lamentano i tartufai. Un anno fa sulle colline frentane ignoti incendiarono il Pick up di un tartufaio della val di Sangro: il mezzo andò completamento distrutto.
Insomma la guerra del tartufo continua, tra bracconieri e non solo, a perdere la vita sono i cani mentre chi li avvelena rimane impunito.