La decisione della procura della repubblica di Roma di mandare finalmente a giudizio Giuseppina Lacedenza Parrelli e tutta la sua banda per il massacro dei cani avvenuto nel corso di circa 30 anni al rifugio Parrelli a Roma è una di quelle decisioni che apre il cuore e fa pensare che esista ancora una giustizia terrena in attesa che la megera Parrelli sia chiamata a dare conto anche alla giustizia divina. Quando stamattina ho avuto la notizia della certezza del rinvio a giudizio ho tirato uno di quei sospiri di sollievo che stanno diventando merce rara in questi anni nella lotta contro il maltrattamento degli animali. Non voglio qui tediarvi con la storia del Parrelli e con le varie vicessitudini che ho vissuto anche personalmente, comprese molte amarezze ed incomprensioni da parte di persone che avrebbero invece dovuto essere anche oggi come allora al nostro fianco ma che invece presi dalla contingenza dei fatti hanno abbandonato la battaglia o ancora peggio si sono fatti complici della vecchia megera nella gestione di questi cani e gatti trattati in maniera assolutamente inaccettabile.Certo oggi sono in tanti a saltare sul carro del vincitore, molti con meriti, alcuni di sfroso come spesso capita in Italia, io come presidente di AIDAA posso dire che la battaglia di Parrelli è stata iniziata da noi cinque anni fà come testimonia questa notizia del TG1 (http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-4e98c70d-0ad3-4afa-9703-ef55623c6b33.html) di allora. Merito nostro? Un poco forse si, almeno nella battaglia per abbattere l'omertà, poi sono intervenute associazioni più grandi della nostra che hanno proseguito con successo l'opera da noi iniziata, comunque sia noi siamo qui felici a dire grazie a tutti coloro che hanno messo ora un punto fisso sull'operazione parrelli. Prossima tappa speriamo le condanne dei responsabili di tale scempio.